Pubblichiamo questo interessante articolo di MIPO che offre degli ottimi spunti di riflessione!
LA REDAZIONE DE L'URLO
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Recentemente è andata in onda una fiction
(sottolineo fiction cioè storia inventata) intitolata "Rocco Schiavone", tratta da
una serie di romanzi gialli scritti da uno scrittore emergente, Antonio Manzini.
I primi due racconti brevi e i quattro romanzi sono andati molto bene in libreria, e così
anche le 6 puntate della serie televisiva hanno ottenuto un buon successo e
vedremo anche parecchie polemiche. Il protagonista è Rocco Schiavone che nella serie è interpretata dall' ottimo Marco Giallini ed è
un commissario capo, o vicequestore della PS in forza alla questura di Aosta. Bella
l'ambientazione (per chi ama la montagna) e la sceneggiatura. Da segnalare una
particolarità: il dott. Schiavone è un poliziotto molto sui generis lontanissimo
dalla figura del poliziotto senza macchia e senza paura che siamo abituati a
vedere nei gialli piu tradizionali. Infatti è un personaggio molto controverso e
pieno di tormenti (il più evidente dei quali è la moglie morta uccisa da un
malvivente e con la quale lui dialoga periodicamente nel corso delle puntate), che
opera in modo molto discutibile organizzando perquisizioni illegali notturne ed è
aiutato da amici che fanno gli scassinatori e che fanno parte della malavita
romana. Inoltre fa uso regolarmente di cannabis che conserva e consuma nel suo
ufficio in questura. Premesso che quello che generalmente non amo
nei gialli, anzi detesto, è proprio la divisione schematica tra buoni, senza macchia che nel
loro passato presente e futuro non hanno mai fatto nulla di illegale e a loro
carico non c'è nemmeno una multa per sosta vietata, e cattivi capaci soltanto di
compiere reati compreso aspettare le vecchiette fuori dalle poste per
rapinarle, mi chiedo se sia lecito legittimare l'uso di cannabis in questura da
parte di un alto funzionario perdipiù su una rete pubblica quale RAIDUE. Devo dire che
sono stato tra gli spettatori della serie e l'ho molto apprezzata senza perdere una
puntata, che generalmente ho un comportamento nella vita di tutti i giorni
tutt'altro che irreprensibile e che non mi disturba l'argomento trattato (anche se
non ho mai fatto uso di droghe), ma nella moltitudine dei 4 milioni che seguivano
la serie e sopratutto nell'opinione pubblica come potrebbe essere accolta?
Farsi le canne è ok? I poliziotti come l'hanno presa? Personalmente ritengo che
il pubblico sia abbastanza maturo da capire che si tratta di fiction e non di
realtà, anche se ascoltando certi commenti che si sentono sui social un piccolo
dubbio sorge, ma la perplessità rimane. Il messaggio che gli stupefacenti siano
omologabili resta sbagliato. Quello che piu mi rende dubbioso è che Giovanardi
è insorto contro questa serie denunciando il fatto che è stata finanziata con denaro pubblico.
Quasi quasi cambio idea.
MiPo
Quasi quasi cambio idea.
MiPo
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