venerdì 29 ottobre 2021

VIVERE IL CANE (2° puntata)

Pubblichiamo questo articolo di Din Don Dan perché, partendo da una serie di considerazioni sul suo rapporto coi cani, è stato capace di costruire un'interessante riflessione sul senso dell'educare, molto, molto, molto interessante. Infatti le considerazioni che fa Din Don Dan in questo articolo posso valere, più in generale, anche per gli umani!
Complimenti D.D.D., davvero un bellissimo articolo!!!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Mio nonno, invece, mi spiegava bene come rapportarmi a Flick, un cocker spaniel molto da compagnia, ma io non lo ascoltavo e quindi continuavo a trattare Full, il pastore tedesco di casa nostra, come sempre. Avendo cani a casa, quindi prendendo confidenza con quella specie fin da bambino, mi veniva naturale andare incontro ad ogni altro cane per strapazzarlo di coccole, sapevo che era meglio avere un atteggiamento diverso con un cane non mio, ma la voglia di entrarci in contatto era sempre molto forte. In casa dei miei si sono succeduti Kim, che era un pastore tedesco, Thor, un Husky, Billy, derivato da un Border Collie, fino ad arrivare a Black, derivato da un corso e da un bull terrier. Nel periodo di Thor io vivevo in altra abitazione e presi il mio primo cane da curare tutto personalmente, lo chiamai Kim era derivato da un dobermann, e preso ad un anno e mezzo circa da un canile a Rovigo. È stato veloce capire che c'è una bella differenza tra avere un cane in famiglia e averlo sotto tua responsabilità diretta, e allora ero ancora molto ignorante sui cani.

martedì 26 ottobre 2021

VIVERE IL CANE (1° puntata)

Pubblichiamo questo articolo di Din Don Dan perché, partendo da una serie di considerazioni sul suo rapporto coi cani, è stato capace di costruire un'interessante riflessione sul senso dell'educare, molto, molto, molto interessante. Infatti le considerazioni che fa Din Don Dan in questo articolo posso valere, più in generale, anche per gli umani!
Complimenti D.D.D., davvero un bellissimo articolo!!!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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 Fin da piccolo ho sempre avuto cani attorno e il sapermi rapportare a loro è cresciuto nel tempo, quando ero bambino ricordo che per me i cani erano come dei pupazzi, non avevo considerazione che, come noi, fossero bisognosi di tante altre cose oltre al cibo e ad una cuccia, diciamo che il mio amore per i cani era più quello di un bambino al quale viene regalato un nuovo giocattolo, ma purtroppo non ero interessato a capire come comportarmi con loro per farmi sentire loro amico. Mia mamma mi spiegava tante cose ma non le recepivo e il tempo che trascorrevo giocando con il cane io lo consideravo gioco, ma lui probabilmente no e me ne accorsi quando poi crebbe e, sia a me che a mio fratello, ci prendeva di mira cercando di mordicchiarci le caviglie. Ricordo nitidamente un gioco che facevamo: quello di farci rincorrere nel corridoio di casa e, arrivati in fondo, girarci attendendo che lui scivolasse con le gambe larghe a pancia a terra, e noi a ridere e a riproporre la cosa come fosse divertente anche per lui. A noi sembrava simpatico ma oggi so bene che per lui non lo era per niente, senza contare quante volte ha dovuto sopportare le nostre continue pretese di essere carezzato sgraziatamente a lungo, bloccato sul divano, proprio come un peluche ma, come detto, ero un bambino e non ascoltavo le spiegazioni su come mi sarei dovuto comportare. Non conoscevo i bisogni del cane ma soltanto i miei.

 

sabato 23 ottobre 2021

RESISTENZA E CAMBIAMENTO


Maza offre spesso degli spunti di riflessioni profondi che meritano di essere letti con calma e meditati, per poi essere riletti e rimeditati! Queste sue considerazioni sulla coppia "resistenza-cambiamento" meritano senz'altro lunghe riflessioni.
Buona lettura (e rilettura!).

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Guardo fuori di me, i miei occhi seguono il corso di un fiume, si alzano verso le vette di una montagna, scorrono lungo la vastità di un deserto e cercano di penetrare la fitta complessità di una foresta. Attraverso odori, forme, colori e suoni; i paesaggi offrono trasformazioni invincibili. Niente resiste al cambiamento. Ogni forma di vita è proiettata a resistere alla sua auto conservazione. C’è un legame profondo e inviolabile fra il cambiamento e l’autoconservazione e c'è un verbo che li unisce: resistere. La resistenza, se è alleata al cambiamento autoconservativo, elargisce la sintassi necessaria per proteggere e nutrire corpo, mente e anima. Autoconservare uno stato in trasformazione vuol dire inserirlo in un sistema più ampio, nel quale i cambiamenti di uno e dell’altro sono in un equilibrio che evolve e si trasforma lungo uno scambio reciproco.
Credo profondamente che il resistere sia una spinta vitale che non può essere fermata ma che necessariamente deve essere scelta. A questo punto però diventa fondamentale il Resistere-Cambiando, per non seguire il miraggio di una inconsolabile, malinconica eternità.

venerdì 22 ottobre 2021

E' USCITO IL NUMERO 86 DE L'URLO!!!

In questo nuovo numero siamo tornati a ragionare sulle dipendenze, e si tratta un numero carico di riflessioni molto dense ed eterogenee. Noi della redazione siamo convinti che sarà una lettura impegnativa ma appagante.

Come sempre il numero è scaricabile gratuitamente cliccando sotto "Archivio de l'urlo" nella colonna di destra di questo blog. 


BUONA LETTURA DALLA REDAZIONE DE L'URLO!!!!

mercoledì 20 ottobre 2021

LUCIDO DA SCARPE

L'inviatoinmotociclo ci ha fatto avere questa trascrizione di un suo sogno datata 21-2-99.
E' un racconto pieno di suggestione e di fascino come solo lui è capace di scriverli.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Mi alzai che l'alba si era appena accesa, presi la spazzola, il tubetto del lucido, le grandi scarpe nere e, sul marciapiede davanti a casa, iniziai a curarmi di loro. Dapprima le spazzolai dalla polvere poi, a poco a poco, cominciai col lucido e, di nuovo, con la spazzola. Ed eccole lì sul marciapiede le scarpe, la spazzola e il lucido fanno loro compagnia. Il sole che sta sorgendo le illumina, me è il lucido che nero sta illuminando questa alba. Già! Lo scuro che accende; perché all'alba di ogni giorno tutto si accende, come quegli uccelli che cantano il nuovo giorno sicuri, loro, che la vita anche per oggi continuerà. Ora le ombre delle mie scarpe si accorciano sempre di più: è il tempo che trascorre.
Io non infilo le mie scarpe; immobile continuo ad osservarle e la sensazione che provo è che mentre il tempo passa, mentre l'alba cresce e diventa giorno, il mio tempo e la mia strada sono lì puntuali che mi aspettano.

sabato 16 ottobre 2021

LUI E' PEGGIO DI ME (ultima parte)

Questa carrellata di personaggi raccontata da Dumbo sembra presa da un romanzo, e invece è assolutamente reale. Abbiamo deciso di pubblicare questo suo articolo perché racconta in modo divertente ed efficace il mondo dell'azzardo ed è anche un'interessante riflessione sulla dipendenza.
Ovviamente nomi, soprannomi e riferimenti a luoghi sono tutti assolutamente d'invenzione.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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I secondi due (“Matisse” e “Zombie”) sono quelli che definirei “giocatori di riflesso”, cioè frequentatori di sale da gioco perché privi di alternative. In pratica non sanno dove cacchio andare e, non avendo nessuna alternativa, passano il loro tempo restando in questi ambienti anche solo per guardare o dire scemenze a chi gli sta vicino. A differenza dei primi, per questa tipologia di giocatori è sufficiente regolamentare bene i soldi a disposizione, in pratica si può tentare una sorta di convivenza con la dipendenza. Forse questa divisione in categorie può apparire rigida ma credo che sia abbastanza in linea con la realtà. Io ho la sensazione che, tanto la dipendenza da gioco che quella da sostanze, portino più o meno alle medesime conseguenze: legami famigliari che saltano, perdita di credibilità personale e disastri economici più o meno seri.

martedì 12 ottobre 2021

LUI E' PEGGIO DI ME (7° parte)

Questa carrellata di personaggi raccontata da Dumbo sembra presa da un romanzo, e invece è assolutamente reale. Abbiamo deciso di pubblicare questo suo articolo perché racconta in modo divertente ed efficace il mondo dell'azzardo ed è anche un'interessante riflessione sulla dipendenza.
Ovviamente nomi, soprannomi e riferimenti a luoghi sono tutti assolutamente d'invenzione.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Queste quattro figure (ma potrei descriverne altre decine, forse centinaia!) possono essere una buona base per ragionare sulle varie differenze di dipendenza da gioco. I primi due sono sicuramente giocatori patologici la cui dipendenza può essere paragonata a quella da sostanze o da alcool, tenendo presente che spesso, chi gioca, può avere anche una o più dipendenze da sostanze. Ad esempio “Bum” dipendeva anche da cocaina e, in questi casi, i problemi e le difficoltà sono decuplicati. Il meccanismo che scatta in questo tipo di giocatori (a mio parere) è il bisogno di adrenalina data dal gioco, in particolare l’adrenalina che da il giocare alla roulette. Privarli di quelle scariche costituisce per loro una mancanza che magari non arriva al dolore fisico, come ho sentito dire che vale per l'eroina, ma di sicuro crea grossi problemi. In alcuni casi si può arrivare a compiere degli illeciti per procurarsi il denaro necessario. Rimedi? Sicuramente tagliare i fondi, almeno nell'immediato, poi interventi veri e propri presso i Ser.DP.

venerdì 8 ottobre 2021

LUI E' PEGGIO DI ME (6° parte)

Questa carrellata di personaggi raccontata da Dumbo sembra presa da un romanzo, e invece è assolutamente reale. Abbiamo deciso di pubblicare questo suo articolo perché racconta in modo divertente ed efficace il mondo dell'azzardo ed è anche un'interessante riflessione sulla dipendenza.
Ovviamente nomi, soprannomi e riferimenti a luoghi sono tutti assolutamente d'invenzione.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Adesso passiamo a Pasquale detto “Matisse” (andiamo sempre di fantasia) perché di mestiere fa l'imbianchino. Frequentatore da sempre (cioè da oltre cinquant’anni) di luoghi in cui si gioca su tutto, ha un approccio al gioco diverso dai precedenti soggetti. Lui potrebbe stare guardare il gioco per ore, prende con sé una cifra stabilita e, persa quella, raramente chiede prestiti, Pasquale riesce a guardare e divertirsi solo con quello. L'ambiente del casinò lo rallegra e si sente come a casa, anzi meglio! Visto che vive da solo e non ha altri interessi.
Altro personaggio interessante è Ludovico detto “Zombie” (siamo sempre in zona fantasia) perché il suo aspetto, ad essere garbati, si potrebbe definire quello di un morto vivente. È uno dei pochi giocatori che conosco, a pensarci forse è l’unico, che si muove da Bologna con cifre assolutamente ridicole, tipo 20 o 30 euro, e gli è già capitato di aver affrontato un viaggio di cinque o sei ore (tra andata e ritorno) per restare nel casinò mezz'ora scarsa. Recentemente il casinò gli ha concesso l'ospitalità di due cene al mese ma lui riesce ad usufruirne solo raramente perché, poi, non ha i soldi per il treno di ritorno. Gode di una pensione di circa 900 euro al mese e, nonostante ciò, qualche tempo fa è stato costretto a dormire in stazione.

lunedì 4 ottobre 2021

LUI E' PEGGIO DI ME (5° parte)

Questa carrellata di personaggi raccontata da Dumbo sembra presa da un romanzo, e invece è assolutamente reale. Abbiamo deciso di pubblicare questo suo articolo perché racconta in modo divertente ed efficace il mondo dell'azzardo ed è anche un'interessante riflessione sulla dipendenza.
Ovviamente nomi, soprannomi e riferimenti a luoghi sono tutti assolutamente d'invenzione.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Adesso i due piccioncini convivono in Italia ma, anche se ho definito questa nota “non devastante”, non posso certo definirla certo “felice” in quanto Ermanno aveva già una compagna che ha provveduto a farlo sloggiare dalla casa, nella quale viveva, e i 4 figli ovviamente sono rimasti con la madre. L'attività di Ermanno è saltata in aria e ora lui lavora come aiuto elettricista. La nuova compagna di Ermanno ha perso il lavoro nel casinò perché lui l’ha convinta a fare delle truffe ed è stata inesorabilmente scoperta, adesso lei lavora saltuariamente in una profumeria nella provincia di Bologna.