giovedì 30 luglio 2020

L'IMPREVISTO CHE TI CAMBIA LA VITA - ultima puntata

Buffalo Bill è un nuovo membro della nostra redazione che si è aggiunto da pochissimo e, giovedì scorso, abbiamo letto alcuni suoi scritti molto belli ed intensi. Fra questi abbiamo deciso di pubblicarne uno che mostrava come, in alcuni casi, situazioni difficili possono rivelarsi anche opportunità positive.
A questo proposito vorremmo fare una precisazione doverosa su suggerimento di Buffalo Bill stesso, a un certo punto del suo scritto lui definisce il lockdown una "benedizione", ovviamente, con un termine del genere, B.B. non intende affatto offendere la sensibilità di chi, dal lockdown e dalla pandemia, dovesse aver subito conseguenze negative. Il termine sta semplicemente ad indicare che, per B.B., il lockdown ha rappresentato un'opportunità irripetibile, ma questo nel pieno rispetto di chi, invece, dovesse averne sofferto per varie ragioni.
Buona lettura!

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Da quel giorno ad oggi ho percorso 180 km, aumentando gradualmente l'intensità e la lunghezza dei percorsi, per aiutarmi ho scaricato una app, Runkeeper, la cui versione gratuita è più che sufficiente, mi serve soltanto per verificare le distanze percorse, l'andamento medio, le calorie bruciate e per tenere di conto dei miei piccoli progressi. Ho anche sviluppato un metodo che consiste nel visualizzare un percorso, scegliere una playlist di musica giusta e pianificare l'orario in cui andare a correre, e poi, una volta cominciato, a svuotare la mente. Lasciarsi andare sentendosi liberi da tutto ciò che è stato, ma anche da ciò che sta accadendo nello stesso momento in cui corro e, soprattutto da ciò che sarà domani. La corsa funziona, perché all’inizio ti permette di porti obiettivi di facile raggiungimento, cosa che da grande soddisfazione, prima ancora che fisica, mentale. Adesso sono arrivato a percorrere 12 km in poco più di un'ora e vado a correre tre volte a settimana, con dei risultati che all'inizio mai e poi mai avrei pensato avessi potuto raggiungere!
Perciò, il mio consiglio è, rimbocchiamoci le maniche e cominciamo a sudare prendendo a schiaffi la vita che vuole colpirci.... se colpisci per primo di solito vinci...

martedì 28 luglio 2020

L'IMPREVISTO CHE TI CAMBIA LA VITA - 2° puntata

Buffalo Bill è un nuovo membro della nostra redazione che si è aggiunto da pochissimo e, giovedì scorso, abbiamo letto alcuni suoi scritti molto belli ed intensi. Fra questi abbiamo deciso di pubblicarne uno che mostrava come, in alcuni casi, situazioni difficili possono rivelarsi anche opportunità positive.
A questo proposito vorremmo fare una precisazione doverosa su suggerimento di Buffalo Bill stesso, a un certo punto del suo scritto lui definisce il lockdown una "benedizione", ovviamente, con un termine del genere, B.B. non intende affatto offendere la sensibilità di chi, dal lockdown e dalla pandemia, dovesse aver subito conseguenze negative. Il termine sta semplicemente ad indicare che, per B.B., il lockdown ha rappresentato un'opportunità irripetibile, ma questo nel pieno rispetto di chi, invece, dovesse averne sofferto per varie ragioni.
Buona lettura!

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Non lo volevo non solo per me, ma anche per la mia famiglia, i miei bambini, mia moglie, che mai mi ha lasciato solo. Ma attenzione, ho imparato che se davvero si vuole portare un cambiamento di vita ad essere vero e duraturo bisogna, prima di tutto, capire che le cose non vanno fatte per gli altri, per compiacere qualcuno, per non far soffrire delle persone care, o perché magari non vuoi che i tuoi genitori possano scoprirti. NO, bisogna cambiare per se se stessi, avendo la convinzione di farlo, arrivando con determinazione e pazienza al punto di svolta, quello che non ti fa più venire voglia di tornare indietro, quello in cui capisco che hai troppo da perdere facendo la vita sbagliata di un tempo. Ma torniamo all'inizio a quella data scritta in alto. Da quel giorno ho cominciato a correre, le prime volte lentamente, ascoltando il mio fisico e concentrandomi sullo sforzo che sentivo fare ai miei muscoli da troppo tempo sopiti… l'unico obiettivo che mi ero prefissato era quello di non smettere di correre, rallentare, magari, coprire distanze brevi, ma sempre correndo.

sabato 25 luglio 2020

L'IMPREVISTO CHE TI CAMBIA LA VITA - 1° puntata

Buffalo Bill è un nuovo membro della nostra redazione che si è aggiunto da pochissimo e, giovedì scorso, abbiamo letto alcuni suoi scritti molto belli ed intensi. Fra questi abbiamo deciso di pubblicarne uno che mostrava come, in alcuni casi, situazioni difficili possono rivelarsi anche opportunità positive.
A questo proposito vorremmo fare una precisazione doverosa su suggerimento di Buffalo Bill stesso, a un certo punto del suo scritto lui definisce il lockdown una "benedizione", ovviamente, con un termine del genere, B.B. non intende affatto offendere la sensibilità di chi, dal lockdown e dalla pandemia, dovesse aver subito conseguenze negative. Il termine sta semplicemente ad indicare che, per B.B., il lockdown ha rappresentato un'opportunità irripetibile, ma questo nel pieno rispetto di chi, invece, dovesse averne sofferto per varie ragioni.
Buona lettura!

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Tutto ha inizio il 26/05/2020, una data che ha visto cambiare definitivamente le mie abitudini, che posso definire "malsane", in favore di quelle attuali, che potremmo definire più salutari. Non parlo da esperto di alimentazione né, tantomeno, ho delle conoscenze su tempi e modi di utilizzo dello strumento "corsa". Non sono diventato un runner di quelli tanto odiati ai tempi del lockdown, quando chiunque, pur di uscire di casa, aveva iniziato a correre e fare attività fisica. L'Italia sembrava divisa a metà: da una parte quelli che correvano, dall'altra i cuochi e i panettieri, i pasticceri fai da te. C'è chi, al primo allentamento delle misure di restrizione attuate dal governo, si è ritrovato con dieci chili in più e poi ci sono quelli che, invece, hanno quasi miracolosamente riacquistato una discreta forma fisica. Per quanto mi riguarda ho sempre definito questo periodo di clausura forzata, e di paura generalizzata, come una “benedizione”. L'allontanamento sociale mi ha permesso di distanziarmi da tutta quella schiera di persone e situazioni che, viste le mie difficoltà emotive e psichiche, mi spingevano a rinchiudermi dentro al demone della droga. Serviva un qualcosa di drastico, una misura eccezionale per far si che io mi prendessi una pausa e mi dessi una svegliata, per farmi capire che, continuando così, mi sarei autodistrutto. Non lo volevo nel profondo, ma non riuscivo a reagire.

martedì 14 luglio 2020

DIARIO DA ZURIGO (94° puntata)

Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagna periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da CAFA, un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo e che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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24 aprile 2020

La stagione vendita piante è ormai terminata e la temperatura ormai primaverile porta buon umore. Nonstante il brutto periodo, direi "storico", che tutti stiamo attraversando, da questo incubo ho imparato a dire "grazie"! Ringrazio, appena mi sveglio, di essere vivo, di avere un lavoro e una buona salute, ringrazio quando mi succede qualcosa di buono e ringrazio anche quando faccio esperienze negative, che portano alla luce le mie oscurità che posso osservare e trasformare. Ho imparato a non giudicarmi e ad accogliere tutte le sfumature della mia personalità.
Non esiste nessuno la fuori da additare o da giudicare è tutta una questione interna, la tua ombra, che rappresenta la tua condizione di vita, si muove solo in risposta ad un nostro cambiamento interiore. Non darò mai il potere della mia vita a qualcosa di esterno da me, non dirò mai "è colpa di tizio o caio"; se non sono felice la responsabiltà è sempre e solo la mia!
Tutto dipende da me, per una vita senza rimpianti.

giovedì 9 luglio 2020

TECNOLOGIA O TECNOCRAZIA? QUAL E' LA DIFFERENZA? ultima parte

Il nostro redattore Dumbo è uno di quelli che attraversano il mondo facendosi incuriosire da tutto e che non mancano, mai, di trarre degli insegnamenti dalle esperienze che fanno. Così anche un semplice pranzo in un ristorante un po' particolare può trasformarsi nell'occasione di riflettere sulla nostra società. Grazie Dumbo di questo bellissimo articolo!

LA REDAZIONE

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Datemi pure dell'antico e del retrogrado, ma sinceramente spero proprio di no. Resto dell'idea che il cameriere non sia solo quello che ti porta i piatti, per quello basta un robottino, ma è quello che consiglia e ti orienta. Tanto è vero che la qualità delle portate, che era veramente ottima, in un primo momento è passata in secondo piano. La tecnologia secondo me dovrebbe essere al servizio dell'uomo, invece qui dentro (e spesso anche in altre occasioni) ho avuto l'impressione che ero io al servizio della tecnologia. Ecco perché l'età media all'interno del locale (camerieri compresi) era nettamente sotto i 30 anni!

Dumbo

martedì 7 luglio 2020

TECNOLOGIA O TECNOCRAZIA? QUAL E' LA DIFFERENZA? parte6


Il nostro redattore Dumbo è uno di quelli che attraversano il mondo facendosi incuriosire da tutto e che non mancano, mai, di trarre degli insegnamenti dalle esperienze che fanno. Così anche un semplice pranzo in un ristorante un po' particolare può trasformarsi nell'occasione di riflettere sulla nostra società. Grazie Dumbo di questo bellissimo articolo!

LA REDAZIONE

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Chissà... Ad un certo punto sono letteralmente satollo, e spero vivamente che gli invii cessino in quanto proprio non mi va piu niente. Aspetto 10 minuti per sicurezza e mi alzo per andare alla cassa e al bar adiacente. Chiedo al barista se è possibile avere un caffè e mi dice che farà uno strappo non avendolo ordinato come da procedura. In più mi aggiunge una grappa che mi dice offerta dalla casa. Che dire di questa esperienza? Probabilmente ogni generazione ha i suoi riti e le sue procedure, ma un’automazione cosi spinta mi è sembrata un tantino esagerata (addirittura la richiesta di sale o posate fatta per via elettronica), quasi disumanizzante oserei dire. Il ruolo del personale umano è privato di ogni calore umano ed empatia, che in un ristorante normale costituiscono un plus vero e proprio. Sarà quello il futuro della ristorazione?

sabato 4 luglio 2020

TECNOLOGIA O TECNOCRAZIA? QUAL E' LA DIFFERENZA? parte5

Il nostro redattore Dumbo è uno di quelli che attraversano il mondo facendosi incuriosire da tutto e che non mancano, mai, di trarre degli insegnamenti dalle esperienze che fanno. Così anche un semplice pranzo in un ristorante un po' particolare può trasformarsi nell'occasione di riflettere sulla nostra società. Grazie Dumbo di questo bellissimo articolo!

LA REDAZIONE

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Nel frattempo cominciano ad arrivare le portate ordinate e ne prenoto altre 2 o 3. La parte tecnologica, e le relative difficoltà, hanno distratto la mia attenzione da quello che sto mangiando e devo far mente locale per capire che sono molto buoni e curati. Magari normalmente non avrei ordinato quei piatti ma si puo dire che ci ha pensato il tablet. Ho come l'impressione di essere in un moderno medioevo in cui la conoscenza era riservata a pochissimi e tutti gli altri soffrivano le pene dell'inferno; allora la conoscenza era leggere e scrivere oggi consiste nel manovrare quelle macchinette infernali tutte silicio e plastica. I camerieri continuano a portare piatti su piatti e non ho la forza di dire niente anche perchè so che non servirebbe. Mi servirebbe un coltello e smanettando il tablet vedo che c'è una voce chiamata il vostro cameriere: clicco sopra e vedo 3 o 4 voci tra cui serve un coltello o la soia o sale ecc. Clicco coltello e puntuale dopo 3 minuti arriva Lin con tovagliolo e coltello. Forse per il bagno bisognerà chiedere col tablet?

giovedì 2 luglio 2020

TECNOLOGIA O TECNOCRAZIA? QUAL E' LA DIFFERENZA? parte4

Il nostro redattore Dumbo è uno di quelli che attraversano il mondo facendosi incuriosire da tutto e che non mancano, mai, di trarre degli insegnamenti dalle esperienze che fanno. Così anche un semplice pranzo in un ristorante un po' particolare può trasformarsi nell'occasione di riflettere sulla nostra società. Grazie Dumbo di questo bellissimo articolo!

LA REDAZIONE

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I miei vicini mi consolano e tentano di tirarmi su la mia autostima ma mi sembra di essere veramente "a legal alien in New York", celeberrima canzone di Sting. Mi verrebbe la tentazione di fare questa citazione ai vicini ma ho il terrore che questi non sappiano chi sia Sting per cui mi astengo. Passano altri 10-15 minuti e ancora niente, quindi fermo Lin, che viaggia con un passo da centometrista, e le chiedo notizie del mio ordine e del vino. Lei stupita e con un espressione del viso tra lo sconcertato e l'impietosito guarda il mio tablet e mi dice che non ho aperto la comunicazione della cucina in cui si dice che il vino Pinot grigio da me ordinato era terminato. Provvedo ad ordinarne un altro e spero che non ci siano altri problemi tecnologici, sforzandomi di essere ottimista. Finalmente arriva un piatto che non so cosa sia (nel senso di antipasto o altro) e nemmeno mi azzardo a chiederlo a chi me lo porta per paura che mi dica controlli sul tablet; naturalmente lo mangio “a secco” perché il vino arriva 10 min dopo, con tanto di secchiello col ghiaccio.