lunedì 31 maggio 2021

L'IMPORTANZA DEL SERDP (4° PUNTATA)

Questo articolo di Buffalo Bill tocca un tema molto delicato, il rapporto col servzio di chi è in cura per una dipendenza. Ma qui viene affrontato anche un tema fondamentale in ogni percorso di recupero: cosa me ne faccio del mio passato? Come mi rapporto al vecchio "me stesso" man mano che miglioro?
Le risposte che ha dato
Buffalo Bill sono, per certi versi, sorprendenti e sarebbero uno straordinario antidoto contro la marea di retorica che avvelena e svilisce questi temi.
Grazie
Buffalo Bill, grazie davvero!

LA REDAZIONE DE L'URLO

 *  *  *

Questo problema è una cosa che, chi lavora in questo settore, dovrebbe tenere in considerazione, credo che tanti come me mollino molto presto perché non trovano ciò che si aspettavano. Il primo anno ho continuato a drogarmi regolarmente, facendo le urine una sola volta la settimana, o saltando del tutto per un mese intero, tanto avevo notato che al massimo ti prendevi un rimbrotto dalla psicologa prima del colloquio alla quale, tra l’altro, potevi porre mille scuse per giustificarti. In più le persone coinvolte nella privacy della mia cartella clinica, mia moglie e mia madre, non controllavano i risultati delle urine e si fidavano dei miei escamotage per sfuggire ai controlli: in pratica era diventata un’abitudine quella di farmi la foto davanti all’ingresso del SerDP per poi mandarla a mia moglie che si fidava con poco. Io ritengo, invece, che sarebbe molto più utile se, ad ogni positività o ad ogni mancata urina, si chiamassero le persone inserite nel progetto di cura.

venerdì 28 maggio 2021

L'IMPORTANZA DEL SERDP (3° PUNTATA)

Questo articolo di Buffalo Bill tocca un tema molto delicato, il rapporto col servzio di chi è in cura per una dipendenza. Ma qui viene affrontato anche un tema fondamentale in ogni percorso di recupero: cosa me ne faccio del mio passato? Come mi rapporto al vecchio "me stesso" man mano che miglioro?
Le risposte che ha dato
Buffalo Bill sono, per certi versi, sorprendenti e sarebbero uno straordinario antidoto contro la marea di retorica che avvelena e svilisce questi temi.
Grazie
Buffalo Bill, grazie davvero!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Il mio approccio al servizio è stato fin da subito molto scettico. Non so nemmeno io cosa mi aspettassi, forse che mi dessero dei farmaci per non farmi più drogare, o forse che una psicologa dotata di poteri magici mi toccasse con una bacchetta e facesse scomparire quel senso di vuoto dentro di me, riempiendolo con un solo tocco. Ovviamente non è andata così, la prima cosa che ho scoperto è che non esistono farmaci per la cocaina, tipo metadone. Da un lato meglio così: conoscendomi, probabilmente, avrei finito per diventare dipendente anche da quelli. Anche la magia non fa parte delle armi a disposizione dei SerDP e ciò ha fatto si che, fin da subito, ho capito che senza la mia volontà avrei anche potuto lasciar perdere tutto, che tanto neanche loro avrebbero potuto aiutarmi. Ma a quel punto pensai: se avessi avuto la determinazione e la forza di smettere da solo non sarei certo venuto qui! Continuavo a chiedermi: “qual è l’aiuto concreto che mi offrite?”, “Le urine due volte a settimana?”, “Le chiacchierate con una sconosciuta che pretende di sapere ciò che tu cerchi di capire da 20 anni?”

mercoledì 26 maggio 2021

L'IMPORTANZA DEL SERDP (2° PUNTATA)

Questo articolo di Buffalo Bill tocca un tema molto delicato, il rapporto col servzio di chi è in cura per una dipendenza. Ma qui viene affrontato anche un tema fondamentale in ogni percorso di recupero: cosa me ne faccio del mio passato? Come mi rapporto al vecchio "me stesso" man mano che miglioro?
Le risposte che ha dato
Buffalo Bill sono, per certi versi, sorprendenti e sarebbero uno straordinario antidoto contro la marea di retorica che avvelena e svilisce questi temi.
Grazie
Buffalo Bill, grazie davvero!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Grazie a questa cosa ho imparato che non serve a nulla guardare al passato e vederlo come fosse qualcosa fatto solo di errori, né tanto meno bisogna scrutare il futuro con la paura di ciò che possa portare, l’importante è viversi il presente con consapevolezza. L’importante è volersi bene, pensare a se stessi come a qualcosa di migliorabile ogni giorno, aprendosi alle esperienze della vita quotidiana e vivendole con lucidità e presenza di mente e di spirito. Facendo ciò si riuscirà anche ad apprezzare e godere dei momenti semplici di cui è fatta la vita stessa. Tutto questo percorso, che io amo definire di redenzione, è cominciato circa 27 mesi fa. Al culmine dell’ennesima distruzione mentale e fisica di me stesso, ho deciso di rivolgermi al SerDP di *, ho parlato con mia moglie della situazione, e assieme abbiamo chiesto aiuto per uscire dal buco nero in cui mi stavo perdendo.

lunedì 24 maggio 2021

L'IMPORTANZA DEL SERDP (1° PUNTATA)

Questo articolo di Buffalo Bill tocca un tema molto delicato, il rapporto col servzio di chi è in cura per una dipendenza. Ma qui viene affrontato anche un tema fondamentale in ogni percorso di recupero: cosa me ne faccio del mio passato? Come mi rapporto al vecchio "me stesso" man mano che miglioro?
Le risposte che ha dato
Buffalo Bill sono, per certi versi, sorprendenti e sarebbero uno straordinario antidoto contro la marea di retorica che avvelena e svilisce questi temi.
Grazie
Buffalo Bill, grazie davvero!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Buonasera a tutti e ben ritrovati. Ritorno alla scrittura dopo un periodo nel quale, gli impegni lavorativi, la famiglia ed altre varie vicissitudini mi hanno impedito di dedicarmi alla redazione. Devo dire che non pensavo potesse mancarmi così tanto mettere per iscritto le mie idee e i miei pensieri. Adesso mi sento come un vulcano che ribolle silenzioso. Nella pancia tante idee, che pian piano cercherò di trasmettere alla mia testa per poi metterle giù in maniera comprensibile anche a tutti voi. C’è una cosa, che più di altre in questo momento mi preme buttare fuori, una sorta di nuova consapevolezza, qualcosa che ho compreso da un paio di mesi a questa parte e che mi sta dando una prospettiva diversa da cui guardare tutta la mia storia di tossicodipendenza: considerare la sostanza come una risorsa che è stata necessaria nel mio percorso, nella mia storia di giovane uomo, ritrovatosi troppo solo ad affrontare il mondo, senza avere delle basi solide su cui potersi appoggiare.

venerdì 21 maggio 2021

IO, PROFESSIONE CAREGIVER (ultima puntata)

Questo articolo di Cecina81 è davvero importante perché esprime il punto di vista di chi resta accanto ad una persona che ha una dipendenza. La bellezza di questo articolo è che non solo Cecina81 riesce a mantenere un atteggiamento equilibrato rispetto a ciò che racconta (cosa difficilissima!), ma riesce anche a dare un sacco di spunti di riflessioni molto utili per capire meglio con cosa si debba misurare chi condivide un percorso con una persona che affronta i propri problemi di dipendenza.
La redazione de l'urlo ci tiene davvero di cuore a ringraziare Cecina 81 per questo prezioso articolo!

 
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Purtroppo non riesco a spiegare a parole come ci si possa sentire quando si capisce che il percorso ha preso la giusta piega, vedervi rifiorire, prendere coscienza dei vostri limiti ma anche dei vostri doni, vedervi concentrati su un libro, su un progetto, vedervi essere parte attiva della vita quotidiana, vedervi letteralmente rinascere. E ora sto iniziando a capire “perché proprio a me”. Esattamente perché avevo bisogno di prendermi questo muro dritto in faccia per capire il mio ruolo nel mondo, per capire che ero io la persona giusta per aiutare qualcuno a ritrovarsi, perché il mio voler sempre bene a tutti è servito a qualcosa, ho imparato la nobile arte della pazienza ed evidentemente dovevo anche io riscoprirmi e capire la mia forza. Forse non sono più quella ragazzina che cerca disperatamente di dimostrare qualcosa, quello che dovevo dimostrare ora è qui davanti a me.
E ora, finalmente, cʼè spazio anche per me, anzi per noi.

mercoledì 19 maggio 2021

IO, PROFESSIONE CAREGIVER (3° puntata)

Questo articolo di Cecina81 è davvero importante perché esprime il punto di vista di chi resta accanto ad una persona che ha una dipendenza. La bellezza di questo articolo è che non solo Cecina81 riesce a mantenere un atteggiamento equilibrato rispetto a ciò che racconta (cosa difficilissima!), ma riesce anche a dare un sacco di spunti di riflessioni molto utili per capire meglio con cosa si debba misurare chi condivide un percorso con una persona che affronta i propri problemi di dipendenza.
La redazione de l'urlo ci tiene davvero di cuore a ringraziare Cecina 81 per questo prezioso articolo!

 
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Starvi accanto significa anche avere paura. Paura di non essere abbastanza forte per due, paura di non riuscire a superare questo percorso, paura di come questa “avventura” ci cambierà e di cosa diventeremo, paura di quello che potrebbe succedere se il demone dovesse tornare. Ecco, la paura non credo che ci abbandonerà mai. Starvi accanto significa infine mettersi in discussione. Come persona, nel mio caso come moglie: sono stata ingenua? Superficiale? Ho chiuso gli occhi per non vedere? Non avrei potuto fare altrimenti? Vado bene così? Ma perché proprio a me? Su questʼultima frase potremmo parlare per ore, io finisco sempre per pensare che ci sono persone che affrontano cose peggiori e che quindi va bene così. Ma quando il percorso che voi state affrontando grazie alla vostra forza, alle convinzioni, e con tutto ciò che implica, si fa più lieve, più definito, più chiaro, allora tutto assume un senso diverso.

lunedì 17 maggio 2021

IO, PROFESSIONE CAREGIVER (2° puntata)

Questo articolo di Cecina81 è davvero importante perché esprime il punto di vista di chi resta accanto ad una persona che ha una dipendenza. La bellezza di questo articolo è che non solo Cecina81 riesce a mantenere un atteggiamento equilibrato rispetto a ciò che racconta (cosa difficilissima!), ma riesce anche a dare un sacco di spunti di riflessioni molto utili per capire meglio con cosa si debba misurare chi condivide un percorso con una persona che affronta i propri problemi di dipendenza.
La redazione de l'urlo ci tiene davvero di cuore a ringraziare Cecina 81 per questo prezioso articolo!

 
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Senza girarci troppo intorno, stare accanto ad una persona in cura per una dipendenza, significa per prima cosa, annullarsi. Inizialmente bisogna letteralmente annullarsi, per poi ripartire e ricostruire, con calma i propri spazi. Ma nella fase iniziale tutte le nostre forze devono essere messe a disposizione dellʼaltra persona, tutta la nostra concentrazione deve essere rivolta lì. Io per un anno non sono riuscita a leggere nemmeno un libro e la mia valvola di sfogo era il pianto. Ho pianto tanto. Starvi accanto, spesso, o almeno nel mio caso, significa perdere le amicizie e sentirsi estremamente soli. Significa non avere voglia di condividere con nessuno questo momento e i sentimenti che si stanno vivendo, chiudendosi molto dentro sé stessi perché il pensiero costante che ci accompagna è che nessuno riuscirà a capire cosa stiamo vivendo veramente. A dire il vero questo aspetto potrebbe anche avere dei risvolti positivi, fare un poʼ di pulizia non fa mai male ed aiuta a capire chi vale la pena avere davvero accanto, perché magari rimarranno pochissime amicizie, ma saranno di estremo valore.

sabato 15 maggio 2021

IO, PROFESSIONE CAREGIVER (1° puntata)

Questo articolo di Cecina81 è davvero importante perché esprime il punto di vista di chi resta accanto ad una persona che ha una dipendenza. La bellezza di questo articolo è che non solo Cecina81 riesce a mantenere un atteggiamento equilibrato rispetto a ciò che racconta (cosa difficilissima!), ma riesce anche a dare un sacco di spunti di riflessioni molto utili per capire meglio con cosa si debba misurare chi condivide un percorso con una persona che affronta i propri problemi di dipendenza.
La redazione de l'urlo ci tiene davvero di cuore a ringraziare Cecina 81 per questo prezioso articolo!

 
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Già da qualche tempo stavo pensando di scrivere un articolo sullʼargomento “caregiver”, che è la parola che uso di più quando penso al mio ruolo, perché credo possa essere interessante conoscere il punto di vista di chi sta accanto ad una persona che sta cercando di uscire da una lunga dipendenza. Seguo la vostra redazione da un poʼ, a causa o meglio grazie alla pandemia, come “redattore silenzioso”, mi metto lì e ascolto, valuto, penso, elaboro la mia opinione ma non intervengo quasi mai perché credo che quello sia uno spazio dedicato a voi, dedicato a chi ha un vissuto comune e che deve rimanere vostro. Ma ho voglia di farvi conoscere il punto di vista di chi sta al di là della barricata (un poʼ come nel film ACAB), perché è vero che la fatica maggiore la fa chi affronta il percorso di cura, chi cerca di liberarsi dai propri demoni, ma non dimenticatevi mai di chi vi accompagna in questo percorso, o per lo meno ci prova. Anche se sembra banale, la prima cosa che vorrei dire e dalla quale partire è che la fuori, qualcuno, vi vuole bene; che sia un familiare, un amico, un animale che ha bisogno di voi, un collega di lavoro. E non sottovalutate questo sentimento e questa persona. E questa persona sarà felice quando vedrà che inizierete a capire che anche voi dovete volervi bene.
Questo è il punto di partenza.

giovedì 13 maggio 2021

DIARIO DA ZURIGO (99° puntata)

Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una rubrica che ci accompagna nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da Cafa, un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo e che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.


LA REDAZIONE DE L'URLO

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 20 aprile 2021
Giornata piena di sole, la primavera è la vera protagonista con le sue giornate che si allungano e  che sono piene di vita. Mi rendo conto di stare bene fisicamente e mentalmente, questo mi permette di pensare già dalla mattina alle persone intorno a me e naturalmente a quelle a me più care come la mia famiglia e i miei amici. Ho visto trasformare completamente il mio ambiente lavorativo che prima era dominato da un'energia negativa, pensate che nel mio gruppo lavorativo hanno smesso di fumare quattro persone incoraggiate dalla mia esperienza. Il fatto di stare nel posto di lavoro tanto tempo lo fa diventare una vera palestra per conoscere se stessi attraverso gli altri, ma lo scambio più sorprendente avviene se sei il primo a creare cause positive; anche un semplice gesto come portare noccioline da condividere con il gruppo, o una semplice cioccolata, può innescare una catena di azioni altruistiche, un comportamento volto a debellare quella parte del nostro ego che si identifica con "mio". Credo che un uomo diventi tale quando entra nella fase della condivisione che sostituisce la parola "mio" con "nostro".
Da Zurigo è tutto, un forte abbraccio dal vostro Cafa.

 

lunedì 10 maggio 2021

CHI DECIDE SEI TU? (ultima puntata)

Questo articolo di Din Don Dan ha sollevato una discussione molto intensa all'interno della redazione del nostro giornale. Insomma, chiedersi quanto siamo effettivamente padroni della nostra vita e quanto siamo protagonisti nelle nostre scelte sono  domande che possono suscitare dubbi insospettati! E' per questa ragione che abbiamo deciso di condividere questo scritto e, se qualche dubbio dovesse venire anche a te... mandaci pure le tue considerazioni!!!
Buona lettura.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Chissà tu, Buffalo Bill, che oggi lavori in ambito ecologico, forse questo era il tuo destino fin dall'inizio e ci sei arrivato, però, nel modo in cui tu sai bene. Io, d'altronde, ti ho sentito molto interessato ai temi ambientali e sei chiaramente amante della natura, ma magari il tuo ego ti ha sempre tenuto lontano da quel mondo che alla fine ti è arrivato tra le braccia in maniera del tutto casuale oggi! Vedremo come andrà a finire, forse questa era la strada a cui dovevi giungere fin dall'inizio e, in un modo o nell'altro, ci sei arrivato! Comunque è bello pensare che abbiamo un amico dentro di noi, un amico che consiglia e che fa evitare situazioni spiacevoli! Certo bisogna imparare ad ascoltarlo, ma se si riesce a stare in contatto con esso, la vita diventa meravigliosa, voi cosa ne pensate?

venerdì 7 maggio 2021

CHI DECIDE SEI TU? (6° puntata)

Questo articolo di Din Don Dan ha sollevato una discussione molto intensa all'interno della redazione del nostro giornale. Insomma, chiedersi quanto siamo effettivamente padroni della nostra vita e quanto siamo protagonisti nelle nostre scelte sono  domande che possono suscitare dubbi insospettati! E' per questa ragione che abbiamo deciso di condividere questo scritto e, se qualche dubbio dovesse venire anche a te... mandaci pure le tue considerazioni!!!
Buona lettura.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Lo so, mi faccio domande difficili su problemi difficili, ma credo che solo inoltrandoci in ciò che non conosciamo si possa arricchire la nostra esistenza con indicazioni nuove per la nostra vita. O magari, invece, si finisce con l’impazzire del tutto, ma almeno così non dovremo più preoccuparci di nulla! Tanto avremo infermiere gentili che ci porteranno le pastiglie nella nostra cameretta di una qualsiasi casa di cura per malati mentali… A parte gli scherzi, voi cosa ne pensate di tutto questo? Avete mai avuto la sensazione che ciò che state facendo era già scritto in voi, ma non lo avevate compreso fin quando non ci siete arrivati per una sorta di casualità che si sono allineate proprio per farvi arrivare li dove siete adesso?

mercoledì 5 maggio 2021

CHI DECIDE SEI TU? (5° puntata)

Questo articolo di Din Don Dan ha sollevato una discussione molto intensa all'interno della redazione del nostro giornale. Insomma, chiedersi quanto siamo effettivamente padroni della nostra vita e quanto siamo protagonisti nelle nostre scelte sono  domande che possono suscitare dubbi insospettati! E' per questa ragione che abbiamo deciso di condividere questo scritto e, se qualche dubbio dovesse venire anche a te... mandaci pure le tue considerazioni!!!
Buona lettura.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Intanto per ascoltare il subconscio devi avere un certo grado di consapevolezza e se ti sballi le comunicazioni sono difficili se non impossibili. Inoltre siamo condizionati dalle nostre esperienze che ci hanno portato ad essere ciò che siamo oggi, e per questo fanno da riferimento anche per il futuro. Io sono curioso e mi è sempre piaciuto fare esperienze di ogni genere però, ce ne sono molte che se avessi evitato di farle sarebbe stato meglio, o per lo meno è ciò che credo. Chi può dire con certezza che, se non le avessi fatte, sarei migliore di quello che sono oggi? Forse il mio subconscio ha lavorato per me anche in quei frangenti, magari vedendo le mie difficoltà a vivere una vita regolare ha deciso di aiutarmi spingendomi ad utilizzare sostanze di ogni tipo per trovare una quadra, magari lui mi ha spinto ad usarle e io ho frainteso il messaggio e ho finito con l’abusarne… non sono mai stato bravo nel limitarmi!

lunedì 3 maggio 2021

CHI DECIDE SEI TU? (4° puntata)

Questo articolo di Din Don Dan ha sollevato una discussione molto intensa all'interno della redazione del nostro giornale. Insomma, chiedersi quanto siamo effettivamente padroni della nostra vita e quanto siamo protagonisti nelle nostre scelte sono  domande che possono suscitare dubbi insospettati! E' per questa ragione che abbiamo deciso di condividere questo scritto e, se qualche dubbio dovesse venire anche a te... mandaci pure le tue considerazioni!!!
Buona lettura.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Comincio a pensare che quando dobbiamo decidere qualcosa, questo è già scritto dentro di noi! A noi spetta solo scoprire cosa fare e più lasceremo spazio all'istinto, più saremo in grado di fare le scelte giuste. Mi domando: le abitudini sono comodità deleterie perché ti chiudono la strada a nuove scelte, oppure sono decisioni dettate dal nostro subconscio e quindi giuste da mantenere? Tu quali e quante abitudini hai? Ne sei cosciente o le hai senza neppure accorgertene? All'inizio di questa ricerca ero certo che domande del genere fossero stupidaggini, poi ho iniziato ad avere qualche dubbio e, successivamente, ho iniziato a pensare che ci sia un fondo di verità in queste idee, e quindi che noi siamo solo strumento usato dal nostro subconscio per fare determinate cose. Forse noi non siamo padroni della nostra vita ma siamo padroni soltanto di come finalizzare le scelte che vengono fatte per noi da esso. Non riesco smettere di domandarmelo: ma chi è che governa il subconscio, e quindi noi? E poi mi chiedo anche quanto possiamo essere liberi se è il nostro subconscio a comandare.