Mentre di COVID-19, e di una serie di
temi che gli gravitano intorno, se ne parla in abbondanza, SOFFIONE ha
proposto alla redazione queste considerazioni molto interessanti di cui
nessuno si è occupato a livello mediatico. Ma questo non vuol dire che
comportino un minor portato di sofferenza.
Insomma,
state per leggere un articolo "al tempo del COVID-19" che tratta di
tutti coloro che, per varie ragioni, sono esclusi dalla grancassa dei
mass-media.
Ecco perché, circa 20 anni fa abbiamo fatto un seminario dal
titolo "Le parole sono uguali per tutti?". Da allora le cose non
sembrano essere cambiate più di tanto...
Grazie SOFFIONE!
LA REDAZIONE
* * *
“L’unica cosa buona, di questa pandemia, è che siamo tutti uguali”, è un’affermazione che in questi giorni ho sentito spesso, con cui non sono per niente d’accordo, cercherò di spiegarvi il perché nello scritto che segue. E’ vero che questo Coronavirus può infettare tutti quanti e quante noi, ma, secondo me, ci sono persone che, per tanti motivi sanitari, sociali, economici e culturali, sono più vulnerabili, indifesi e fragili di altri e altre. Persone che soffrono di malattie croniche pregresse o che sono sieropositive ad altri virus, che potrebbero sommarsi a questo, creando, nel loro corpo, una miscela micidiale. Persone che non hanno la possibilità di acquistare un minimo di dispositivi per la loro sicurezza, perché non hanno neanche il denaro per mangiare e per dare cibo ai loro famigliari.
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