sabato 4 aprile 2020

MAMMA

PINEAPPLE è una redattrice che non frequenta spesso l'urlo, ma, ogni tanto, ci porta in redazione dei pezzi molto piacevoli. Anche questo secondo pezzo ha una godibilissima cadenza rap e, anche se cambia il tema, come il precedente è molto aggressivo e intenso.
Complimenti ancora PINEAPPLE, da tutta

LA REDAZIONE
 
*  *  *

MAMMA

Ero piccolina,
una bimba,
mi chiamavi la tua pallina.
Intanto lavoravi senza sosta,
firmavi il nullaosta.
Lavorare era dura,
e mi riservavi sempre una certa premura.
Un giretto al parchetto,
una merendina la mattina
un bacino sul visino.
La mia mamma,
per te avrei preso una condanna.

RIT:
Un giorno, bui come la notte,
come le botte,
arrivò la tua malattia
a portarti via.

Lontano, io piangevo invano,
non capivo e soffrivo
Tante domande mi facevo
E poche risposte ricevevo
Soprattutto non capivo il motivo.

RIT

Passano giorni
e tu non ritorni,
inizio a pensare:
Ma cos’ho fatto di male?
Un mese e sei tornata
con la tua solita risata,
Il profumo era cambiato,
non sapeva più del tuo bucato,
ma adesso non importava più niente,
non avrei più permesso alla gente,
di portarti via.
Ora eri mia.

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