Col post di mercoledì
6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagnerà
periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da C., un
redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue
esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.
LA REDAZIONE DE L'URLO
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22 Ottobre 2017
Oggi mi sono fermato a fare un
bilancio su come sta andando il mio sogno svizzero (è proprio il caso di
definirlo così!). La mia situazione economica è migliorata, certo non sono diventato
ricco ma posso affrontare sereno tutte le spese necessarie. Ho trovato un posto di lavoro
dove mi vogliono bene e ho la possibilità di imparare una lingua nuova che mi
porta a dare sempre il massimo, allora ho guardato più da vicino il mio
comportamento, le mie azioni e mi sono chiesto se davvero tutto quello che
faccio lo decido io con il mio libero arbitrio. Io penso di scegliere in maniera
libera ma non è così, la mia vita è
condizionata da dei bisogni che la mia mente ha creato per proteggermi da
traumi vissuti in passato, ovvero io mi muovo e mi sono sempre mosso per
soddisfare il bisogno di accettazione, per non sentire un rifiuto vissuto da
bambino. Così per un lungo periodo ho
messo le mie mascherine per piacere a tutti e non deludere nessuno facendo di
tutto questo una missione di vita. Ed è così che sono andate le cose,
partendo dalla droga, tutte le mie scelte sono state fatte per
soddisfare un bisogno che alla fine ti rende schiavo, ma se vuoi cambiare strada
si può fare, si può diventare liberi davvero, ma bisogna cominciare un vero percorso di
rivoluzione umana. Bisogna smetterla di allontanarsi dal trauma vissuto in
passato, bisogna smetterla di nutrire il nostro bisogno e fare l'esatto
contrario di quello che abbiamo sempre fatto. Bisogna entrare in relazione col nostro trauma e
farcelo amico, dobbiamo fare pace con quella parte di noi che non ci permetti di essere
liberi. È come se fossimo legati con un elastico ad una parte di noi che non
possiamo staccare e, se non ce ne prendiamo cura, ci farà sempre soffrire perché più cerchiamo di allontanarla più ci tornerà indietro con violenza. Solo tenendo conto di questo potremo avere una nuova condizione di libertà.
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