venerdì 25 maggio 2018

DIARIO DA ZURIGO (63° puntata)



Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagnerà periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da C., un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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22 Ottobre 2017
Oggi mi sono fermato a fare un bilancio su come sta andando il mio sogno svizzero (è proprio il caso di definirlo così!). La mia situazione economica è migliorata, certo non sono diventato ricco ma posso affrontare sereno tutte le spese necessarie. Ho trovato un posto di lavoro dove mi vogliono bene e ho la possibilità di imparare una lingua nuova che mi porta a dare sempre il massimo, allora ho guardato più da vicino il mio comportamento, le mie azioni e mi sono chiesto se davvero tutto quello che faccio lo decido io con il mio libero arbitrio. Io penso di scegliere in maniera libera ma non è così, la mia vita è condizionata da dei bisogni che la mia mente ha creato per proteggermi da traumi vissuti in passato, ovvero io mi muovo e mi sono sempre mosso per soddisfare il bisogno di accettazione, per non sentire un rifiuto vissuto da bambino. Così per un lungo periodo ho messo le mie mascherine per piacere a tutti e non deludere nessuno facendo di tutto questo una missione di vita. Ed è così che sono andate le cose, partendo dalla droga, tutte le mie scelte sono state fatte per soddisfare un bisogno che alla fine ti rende schiavo, ma se vuoi cambiare strada si può fare, si può diventare liberi davvero, ma bisogna cominciare un vero percorso di rivoluzione umana. Bisogna smetterla di allontanarsi dal trauma vissuto in passato, bisogna smetterla di nutrire il nostro bisogno e fare l'esatto contrario di quello che abbiamo sempre fatto. Bisogna entrare in relazione col nostro trauma e farcelo amico, dobbiamo fare pace con quella parte di noi che non ci permetti di essere liberi. È come se fossimo legati con un elastico ad una parte di noi che non possiamo staccare e, se non ce ne prendiamo cura, ci farà sempre soffrire perché più cerchiamo di allontanarla più ci tornerà indietro con violenza. Solo tenendo conto di questo potremo avere una nuova condizione di libertà.
 

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