sabato 6 agosto 2022

GLI ELISIR DEL DIAVOLO - 4° puntata

Torakiki ha scritto questa splendida recensione al libro di Hofmann che, però, ha agganciato ad alcuni temi emersi in redazione quando si è parlato di sostanze stupefacenti. La recensione è scritta molto bene e offre spunti di riflessioni interessanti. Pubblicarla era un dovere!
Buona lettura.

LA REDAZIONE DE L'URLO
 
*  *  *

Per questo si può dire che Hoffmann anticipa tematiche psicoanalitiche “moderne”, dal momento che l'unità del soggetto che lui ha in mente (e che vuole rendere attraverso le vicende di Medardo) è un'unità in divenire, potenzialmente infinita. Medardo in questa prospettiva appare non come “io” unitario, piuttosto è un amalgama di pulsioni variabili spesso in netto contrasto tra loro. Lo stesso linguaggio riflette questa contrapposizione: essendo lui un eccellente predicatore, un maestro della parola e della scrittura, il linguaggio gli offre la possibilità di dominare la propria vita interiore e morale, ma gli suggerisce anche una via diabolica nella mistificazione delle vicende esterne e interiori che lo travolgono e lo sovrastano, illudendosi di dominare quella potenza di cui invece è per lo più vittima.
Questa considerazione mi avvicina all'altro tema cui accennavo all'inizio, ovvero l'uso di sostanze, e per cui mi sembra giusto citare esattamente le parole di Medardo, che dopo aver ingerito l'elisir, descrive quello che sente:

un dolce tepore mi pervase. Poi avvertii un curioso fermento, un formicolio in tutte le vene; questa sensazione diventò un'idea, ma il mio io era diviso in cento parti. Ciascuna aveva, nel suo affaccendarsi, una propria coscienza della vita, e la testa inviava invano ordini alle membra che, come vassalli infedeli, non intendevano riunirsi sotto il suo comando.

Nessun commento:

Posta un commento