Torakiki ha scritto questa splendida recensione al libro di
Hofmann che, però, ha agganciato ad alcuni temi emersi in redazione
quando si è parlato di sostanze stupefacenti. La recensione è scritta
molto bene e offre spunti di riflessioni interessanti. Pubblicarla era
un dovere!
Buona lettura.
LA REDAZIONE DE L'URLO
* * *
L'opera si presenta come autobiografia del frate cappuccino Medardo, a partire dalla nascita nel convento del Sacro Tiglio, dove fin da subito sono chiari i riferimenti fantastici e visionari che accompagneranno tutta la vita del protagonista, sotto forma dell'apparizione di un vecchio e di un bambino che aprono a Medardo, ancora molto piccolo, i segreti della fede che lo porta alla vocazione e alla vita religiosa, che si concretizza in seguito nel convento di B., dove egli entra a far parte della comunità monastica. Nel contesto del convento, riceve le chiavi del ripostiglio delle reliquie, fra cui una bottiglietta che contiene il cosiddetto elisir del diavolo, appartenuta a Sant'Antonio, il cui liquido, se bevuto, condurrebbe alla perdizione. Una serie di circostanze portano Medardo a rompere il tabù, e quindi a bere l'elisir, il cui effetto miracoloso gli dona un nuovo vigore, dandogli ad esempio la capacità di pronunciare prediche meravigliose ed affascinanti, che lo rendono celebre nel convento e nella comunità che lo ospita, mentre contemporaneamente nascono in lui sentimenti di orgoglio e superbia, come anche di rancore e malignità nei confronti dei confratelli.
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