Nel corso di quest'anno abbiamo dedicato molte redazioni ad un tema che, a molti di noi, sta molto a cuore: "come sta cambiando il mondo del lavoro?". Fra esodati, precari, co.co.co, co.co.pro., agenzie interinali, industrie 4.0, esternalizzazioni e delocalizzazioni, se ne sono viste delle belle. Così abbiamo cercato di riflettere insieme su cosa stesse succedendo anche a partire dalle esperienze personali di ciascuno. Questo, ed altri articoli che pubblicheremo, mano mano, fanno parte del numero 63 de l'urlo interamente dedicato a questo tema.
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Allo scadere dei tre mesi mi venne chiesto se intendessi restare, ma io decisi di andare a lavorare in officina. Casualmente, parlando con un compagno delle elementari, lui mi accennò del fatto che suo padre aveva appena aperto una piccola officina per la costruzione di stampi ad iniezione per materie plastiche ed alluminio. Io, incuriosito, andai a vedere l'azienda e fui assunto come apprendista. Lì nacque un cinno di bottega. Iniziali spazzando l'officina e pulendo le macchine, ovviamente, ma nell'arco dei tredici anni in cui ho lavorato lì, ho imparato ad usare le macchine utensili tradizionali e l'aggiustaggio, ho imparato a creare da zero uno stampo ad iniezione per la plastica, non contento sono anche riuscito a formare degli altri ragazzini. Poi cambiai città per motivi sentimentali nel 1997, mi trasferii a Varese ed anche lì non fu difficile trovare un'azienda che mi assumesse, vista la mia esperienza. Quindi alla fine del 1999, dopo aver deciso di tornare a Bologna, facendo le opportune telefonate, senza neanche bisogno di curriculum europeo, trovai in breve tempo un'azienda che mi assumesse e, ovviamente, lo fece a tempo indeterminato, con la qualifica di operaio specializzato.
Jack P.
(fine)
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