giovedì 28 febbraio 2019

DA CINNO DI BOTTEGA A DISOCCUPATO (p.2)

Nel corso di quest'anno abbiamo dedicato molte redazioni ad un tema che, a molti di noi, sta molto a cuore: "come sta cambiando il mondo del lavoro?". Fra esodati, precari, co.co.co, co.co.pro., agenzie interinali, industrie 4.0, esternalizzazioni e delocalizzazioni, se ne sono viste delle belle. Così abbiamo cercato di riflettere insieme su cosa stesse succedendo anche a partire dalle esperienze personali di ciascuno. Questo, ed altri articoli che pubblicheremo, mano mano, fanno parte del numero 63 de l'urlo interamente dedicato a questo tema.

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Allo scadere dei tre mesi mi venne chiesto se intendessi restare, ma io decisi di andare a lavorare in officina. Casualmente, parlando con un compagno delle elementari, lui mi accennò del fatto che suo padre aveva appena aperto una piccola officina per la costruzione di stampi ad iniezione per materie plastiche ed alluminio. Io, incuriosito, andai a vedere l'azienda e fui assunto come apprendista. Lì nacque un cinno di bottega. Iniziali spazzando l'officina e pulendo le macchine, ovviamente, ma nell'arco dei tredici anni in cui ho lavorato lì, ho imparato ad usare le macchine utensili tradizionali e l'aggiustaggio, ho imparato a creare da zero uno stampo ad iniezione per la plastica, non contento sono anche riuscito a formare degli altri ragazzini. Poi cambiai città per motivi sentimentali nel 1997, mi trasferii a Varese ed anche lì non fu difficile trovare un'azienda che mi assumesse, vista la mia esperienza. Quindi alla fine del 1999, dopo aver deciso di tornare a Bologna, facendo le opportune telefonate, senza neanche bisogno di curriculum europeo, trovai in breve tempo un'azienda che mi assumesse e, ovviamente, lo fece a tempo indeterminato, con la qualifica di operaio specializzato.

Jack P.

(fine)

mercoledì 27 febbraio 2019

DA CINNO DI BOTTEGA A DISOCCUPATO (p.1)

Nel corso di quest'anno abbiamo dedicato molte redazioni ad un tema che, a molti di noi, sta molto a cuore: "come sta cambiando il mondo del lavoro?". Fra esodati, precari, co.co.co, co.co.pro., agenzie interinali, industrie 4.0, esternalizzazioni e delocalizzazioni, se ne sono viste delle belle. Così abbiamo cercato di riflettere insieme su cosa stesse succedendo anche a partire dalle esperienze personali di ciascuno. Questo, ed altri articoli che pubblicheremo, mano mano, fanno parte del numero 63 de l'urlo interamente dedicato a questo tema.


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Finite le medie i miei genitori, ovviamente, mi chiesero che scuola intendessi fare per proseguire gli studi. Io ci pensai un po' e decisi di fare le scuole professionali, anche perché la voglia di andare a lavorare e guadagnarmi lo stipendio superava di gran lunga la voglia di studiare. Premetto che in famiglia lavorava solo mio padre, e arrivare alla fine del mese si faceva fatica, però comunque ci si arrivava meglio di adesso, secondo me. Cominciai quindi le professionali alle "Tamburi" di S. Giovanni in Persiceto, indirizzo "Aggiustatore meccanico e operatore di macchine utensili". Il corso durava due anni, alla fine esco con il mio bell'attestato con buoni voti, era giugno 1984. Soddisfatto del risultato mi faccio qualche giorno di vacanza, cimentandomi nel mio hobby preferito, la pesca. Un giorno di luglio, appena rientrato da pescare, mia madre mi annuncia tutta entusiasta: "ti hanno cercato dall'ufficio di collocamento!", (Allora si chiamava così). Dopo tre giorni ero stato assunto come operaio stagionale per tre mesi nel magazzino generale di un grande supermercato.

sabato 23 febbraio 2019

DIARIO DA ZURIGO (80° puntata)

Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagnerà periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da C., un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.


LA REDAZIONE DE L'URLO

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30 Giugno 2018
La mia giornata è cominciata con la solita lezione di tedesco, ogni sabato vedo una persona speciale che mi aiuta a chiarire tutti i dubbi, è una persona molti preparata e stiamo organizzando progetti per il mio futuro.
Questa settimano ho fatto cose un po' insolite ho incoraggiato un mio compagno di fede che era un po' in difficoltà, il bello è che parla solo tedesco e il nostro dialogo non è stato molto fluido ma abbiano basato la nostra relazione sulla via del cuore e della fede, lo rifaremo ogni settimana.
Mi sono reso conto che devo ancora lavorare tanto per aprire le porte della timidezza che un paese straniero tende a sigillare con più forza. Ci vuole coraggio.

mercoledì 20 febbraio 2019

RINASCITA ARTISTICA (p.8)

Questa articolo di Jack. P. è comparso nel numero de l'urlo di marzo 2018, ci sembra interessante per riflettere su quanto l'arte non abbia una funzione "decorativa" o, banalmente, consolatoria, ma può essere un potente strumento di cura e di benessere! Grazie Jack di questo articolo!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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È una sorta di sfida personale che si riflette nella mia vita, si tratta infatti di lavori autobiografici. Sempre, anche nella vita, la Pazienza con la "P" maiuscola porta ottimi frutti che, se raccolti anticipatamente, non sono maturi. Spero di avervi incuriosito a conoscere il mondo artistico di cui ho parlato, che credo valga davvero la pena approfondire. Spero, magari, di aver acceso in voi sia la curiosità di conoscere le mie realizzazioni e consiglio tutti coloro che hanno dipendenze ad utilizzare, tutta l’arte, in qualsiasi sua forma, come mezzo di guarigione. L'arte è eccezionale e miracolosa, funziona più di qualsiasi altra cosa per esprimere se stessi. Ringrazio tutti voi.

JACK. P.


(fine)

venerdì 15 febbraio 2019

RINASCITA ARTISTICA (p.7)

Questa articolo di Jack. P. è comparso nel numero de l'urlo di marzo 2018, ci sembra interessante per riflettere su quanto l'arte non abbia una funzione "decorativa" o, banalmente, consolatoria, ma può essere un potente strumento di cura e di benessere! Grazie Jack di questo articolo!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Si tratta di opere che richiedono molta precisione e concentrazione, in questo mi ha aiutato molto il lavoro che svolgo da più di trent'anni, ossia l’aggiustatore meccanico, che ha contribuito a sviluppare in me pazienza, precisione ed attenzione al minimo dettaglio. Queste mie produzioni avvengono usando supporti-tavolette di legno compensato, sulle quali può scatenarsi la mia fantasia. Principalmente nascono figure geometriche, generalmente in forte contrasto con lo sfondo, con l’obbiettivo di dare maggiore tridimensionalità. Io prediligo la tecnica di oggetti metallici lucidi, come fogli di acciaio, chiodi e ottone, piuttosto che la tecnica della pittura. Inoltre pianto chiodini con estrema precisione per mantenere le distanze costanti. Si realizzano cosi vari ordini simmetrici e applico sul bordo esterno, nel lato alto, nastri di cotone ben tesi e in torsione che, passando attraverso le linee chiodate, muovono i nastri dal lato orizzontale a quello verticale. Tali tipologie di mie creazioni, come ho già sottolineato, necessitino di dedizione estrema e pazienza ma mi riempiono di soddisfazione e gratitudine.


(continua)

venerdì 8 febbraio 2019

RINASCITA ARTISTICA (p.6)

Questa articolo di Jack. P. è comparso nel numero de l'urlo di marzo 2018, ci sembra interessante per riflettere su quanto l'arte non abbia una funzione "decorativa" o, banalmente, consolatoria, ma può essere un potente strumento di cura e di benessere! Grazie Jack di questo articolo!

LA REDAZIONE DE L'URLO

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Quando mi sento rilassato e sereno prediligo produrre opere cinetiche e, in questo caso, il mio maggior ispiratore è Alberto Biasi, padovano, rinomato artista di fama internazionale che fu tra i fondatori del movimento Cinetico "N", tuttora molto attivo sia in Italia che all’estero. La tipologia di opere del movimento cinetico mi ha subito colpito per i differenti effetti che è in grado di creare per lo spettatore, ossia cangiante perché, in base al punto di osservazione, l’opera si muove e prende vita. I punti di vista divengono infiniti e chi ha un certo livello di sensibilità artistica può, simbolicamente, considerarlo una lezione di vita… anche in essa occorrono infiniti punti di vista, cercare di avere una visione a 360 gradi.


(continua)

sabato 2 febbraio 2019

DIARIO DA ZURIGO (79° puntata)

Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagnerà periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da C., un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.


LA REDAZIONE DE L'URLO

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3 Giugno 2018
Sole.
Ho sentito il bisogno di chiamare un mio caro amico, un pioniere nella propagazione della fede buddista a Bologna, questa persona ha toccato delle corde profonde dentro di me, facendomi capire che dovevo reagire nei confronti del mio problema. Avendo un carattere un po' particolare riesco ad ascoltare meglio persone che mi hanno veramente aiutato, e lui è uno di questi.
Ho chiamato per capire meglio alcune cose che non mi tornano e, dalle domande che gli facevo, lui ha capito che avevo preso una direzione errata, perché stavo gurdando troppo fuori di me. Mi ha quindi consigliato di concentrarmi su di me e sull'idea che tutto dipende da me. E' difficile cogliere il senso  di questa frase ma è il punto focale per una vita senza rimpianti.
Immaginiamo che tutto quello che è materia in realtà risponda a delle frequenze che possiamo definire "musica", quindi se io sono come un DJ, non devo preoccuparmi di invitare persone a ballare nella mia discoteca, ma devo semplicemnte concentrarmi a fare buona musica! E' per questo che tutto dipende da me. Se io divento felice la mia mente emetterà delle frequenze di emozioni felici che, a loro volta, attireranno situazioni felici, e questo vale per tutti i campi della vita.
Quando ci si trova ad un punto morto questo dettaglio viene spesso trascurato, perché, di solito, si tende a voler cambiare le cose esterne a noi.
Ma ora sono di nuovo in pista con una nuova determinazione.