Questo
articolo di Jack. P. è comparso nel numero de l'urlo di marzo 2018, ci
sembra interessante per riflettere su quanto l'arte non abbia una
funzione "decorativa" o, banalmente, consolatoria, ma può essere un
potente strumento di cura e di benessere! Grazie Jack di questo
articolo!
LA REDAZIONE DE L'URLO
* * *
La
passione per l’arte moderna è iniziata quando ho letto due libri, il Diario di un genio di Salvador Dalì e l'autobiografia
di Peggy Guggenheim, famosa mecenate e proprietaria di Gallerie d’Arte Moderna
e contemporanea, collezionista e proprietaria delle omonime collezioni di New
York e Venezia. Peggy Guggenheim mi affascina perché ebbe l'opportunità di
conoscere numerosissimi artisti: Marcel Duchamp, grazie al quale entrerà in
contatto con il movimento Dadaista, poi Man Ray, Costantin Brancusi ed anche
André Breton, poeta riconosciuto come importante teorico del Movimento
Surrealista. Sarà proprio Breton che introdurrà Peggy nell'arte. Anche l’influenza
di Dalì sarà determinante con la sua geniale vena artistica, la sua stravaganza
e l'unicità di genere dei suoi simboli, come i suoi orologi Molli che lo
renderanno famoso e inimitabile.
Peggy
nel 1938 inaugura a Londra, dove si era trasferita, la sua galleria privata
chiamata Guggenheim Jeune, diventando la più importante sostenitrice delle
nuove avanguardie del periodo. Tra gli emergenti di quel periodo credo sia
importante citare il più famoso: Vassiliy Kandinskji, ma anche Alexander Calder
e Pablo Picasso, cubista. Grazie a tali influenze Peggy continuerà ad
apprendere, amare, sentire, vedere senza limitarsi all’apparenza della prima
osservazione. Piano piano decise di trasformare la sua Galleria in un vero
proprio Atelier aperto agli artisti e al pubblico acquistando cosi sempre
maggior fama intenzionale.
(continua)
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