mercoledì 19 agosto 2020

SI VIENE (E SI VA VIA) DA SOLI

Questo racconto de l'inviatoinmotociclo non ha bisogno di alcun commento.
Ci sono momenti in cui, nella propria vita, è giusto fare i conti con gli aspetti più intimi e delicati della propria esistenza e, talvolta, è giusto farli emergere e scriverci sopra, certe volte questo può aiutare un pochino ad elaborare il dolore ad essi legato, che talvolta è così forte da risultare insopportabile.
La redazione de l'urlo ci tiene a ringraziare l'inviatoinmotociclo per aver condiviso con noi questo suo scritto e gli invia un grandissimo abbraccio affettuoso.

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Erano passate le 02.30 da poco. Nel letto grande babbo allunga una mano verso L. e lei accende la luce con la peretta e chiama:" V.!, V.! cosa c'è?". Intanto si alza e comincia il giro del letto chiamando sempre "V.!, V.!" Ma quel giro per andare dalla parte di V. sembrava non finire mai, me lo diceva sempre quando tornavamo a parlarne.... Poi chiama il vicino di sotto che si infila due calzoni con le bretelle e, col motorino, parte di corsa a chiamare il dottore in paese che, a sua volta, si sveglia, si veste e viene qui a casa, allora non c'era il telefono. Solo oggi mi chiedo perchè il dottore non abbia chiamato l'ambulanza da casa sua. Quando è arrivato ha fatto al babbo una puntura, ma mia madre mi ha detto che in quei momenti lo ha sentito buttare fuori l'ultima aria.
Ma allora l'infarto non lo aveva stroncato subito infatti, se sommo tutti i tempi, è rimasto vivo parecchio prima di non svegliarsi piu. In tutto questo il bambino dormiva e non ha sentito nulla. Veniva passato di spalla in spalla, vide il padre gia vestito, con i piedi legati, steso sul letto e L. che urlava il suo dolore. Poi una vicina che abitava nella stessa via portò  il bambino a casa di un suo collega, la fabbrica che aveva costruito non si fermò un solo minuto, bisognava continuare a produrre lo zucchero perché di quello si viveva un po' tutti. Per quello che il bambino ricorda, da quel giorno, per lui non c'è stata piu felicità. Era solo nel cortile a fare i giochi ma non chiedeva piu che ora era, non c'era piu nessuno da aspettare.
Quel bambino ero io.
Purtroppo credo che sia proprio vero, veniamo al mondo soli, ci illudiamo di vivere con altri ma poi muoriamo di nuovo soli.

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