lunedì 8 luglio 2019

ORTO A SOTTOSOPRA! (seconda parte)

Pubblichiamo questo articolo di Soffione che annuncia una novità bellissima!!
LA REDAZIONE DE L'URLO


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Durante questo mio fare l’ortolano, ho vissuto bei momenti, anche se gli anziani hanno sempre detto che “la terra è dura e bassa”, ed hanno perfettamente ragione, ma vi posso assicurare che l’apparentemente banale nascita di un pomodoro, o di una zucchina, possono assumere una grande bellezza, e il coltivare può diventare un’azione dirompente, dal punto di vista del bene comune e nelle relazioni della comunità che pratica l’orticoltura beneficiandone dei suoi frutti. Terzo Principio della Permacultura: “Assicurati un raccolto, non si può lavorare a stomaco vuoto”. Adesso una mia breve esperienza, quella che riguarda l'orto di cui vi dovevo ancora raccontare: diversi anni fa, dopo anni di dipendenza da sostanze psicoattive, ho passato un periodo in un centro crisi, dove mi sono disintossicato; gli operatori mi offrirono un’opportunità: quella di fare un orto. Le mie condizioni non erano ottimali per via dell’astinenza, così come non lo erano quelle del piccolo terreno, un arido deposito di cianfrusaglie, tutto pieno di sassi. Considerando che era una delle poche possibilità per stare all’aperto, in tranquilla solitudine, a parte la compagnia di una scassata radiolina che, ogni tanto, prendeva Key Rock, e con gli ottimi consigli di una coppia di anziani, ho iniziato a lavorare e a prendermi cura di quel pezzetto di terra. Verso la fine del periodo di permanenza al Centro Crisi, sono rimasto piacevolmente contento durante la visita dei miei famigliari, che hanno apprezzato la quantità e la bellezza delle verdure coltivate. Io del resto ho provato soddisfazione nel veder nascere e crescere il primo pomodoro, le insalate, le carote, i ravanelli e i fagiolini.

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