sabato 28 novembre 2015

INTERVISTA A ROBERTO MORGANTINI


Un tortellino... un simbolo perfetto per le Cucine Popolari!
"Roberto Morgantini?",
"Perché intervistare Roberto Morgantini?".
L'idea di questa intervista è nata in redazione tempo fa, mentre si consumavano gli ultimi scampoli di caldo di questa estate, ed è nata proprio da questa domanda: "perché intervistare Roberto Morgantini?".
In effetti nessuno di noi lo conosceva ma S., che invece lo conosceva bene, ci ha portato diversi articoli di giornale che parlavano di lui per darci un'idea su chi fosse. Basta fare un veloce giretto nel web per capire chi è Roberto Morgantini, magari leggendo qui, qui , qui o qui, in questo modo è anche più facile capire le ragioni che ci hanno portato a decidere di volerlo intervistare. Così, sempre grazie all'aiuto di S. che ci ha fatto da tramite, una piccola rappresentanza della redazione, giovedì 26 novembre, ha raggiunto Roberto Morgantini a Bologna, in via del Battiferro, presso la sede delle Cucine Popolari. Perché, fra le altre cose, Morgantini è colui che ha dato avvio a questa importante iniziativa.
Roberto Morgantini con noi...
Ad accoglierci abbiamo trovato una persona squisita e dalla grande carica umana, che si è intrattenuta a discutere con noi con grande disponibilità (hanno condotto l'intervista soprattutto il Nano di Cenere e l'Invitatoinmotociclo). L'intervista, la cui trascrizione pubblicheremo nel prossimo numero de l'urlo, l'abbiamo comunque già inserita nella sua completezza nella sezione "La voce della redazione" di questo blog (clicca qui per ascoltarla).
Per quanto ci riguarda ci portiamo a casa il ricordo di un pomeriggio piacevole e ricco di riflessioni interessanti. Ma soprattutto ci siamo resi conto che è la vita stessa di Morgantini  che è un bel racconto che vale davvero la pena di essere ascoltato, e raccontato.
Approfittiamo di questo spazio per ringraziare ancora Roberto della sua disponibilità, e S. per avercelo fatto conoscere.

LA REDAZIONE DE L'URLO

sabato 31 ottobre 2015

OPERATORI DI PROSSIMITA'

Qualche giorno fa abbiamo dedicato una serata della redazione ad intervistare Marco Falconieri, un operatore di prossimità.
Possiamo dire che ne è valsa davvero la pena perché l'incontro ci ha dato un sacco di informazioni e spunti di riflessioni molto interssanti.
Riteniamo che possa valere la pena, per chi fosse interessato, poter ascoltare l'intera intervista, l'abbiamo pubblicata integralmente nella sezione "La voce della redazione" qui a destra.

sabato 26 settembre 2015

IN RICORDO DI DANCO

E' uscito il nuovo urlo. Magari avremmo preferito che proprio questo numero non uscisse. Avrebbe voluto dire che Danco sarebbe stato ancora con noi.
A lui questo numero, speciale,  è dedicato, per dirgli che gli vogliamo bene e che continuiamo a pensare a lui.

LA REDAZIONE DE L'URLO

martedì 8 settembre 2015

NUMERO ZERO

Siamo davvero fieri e felici di poter mettere a disposizione di chi ci legge il numero zero de l'urlo. Si tratta di un numero che credevamo di aver perso, e non lo avremmo ritrovato se non ci fosse venuto in soccorso l'inviatoinmotociclo che ci ha dato una copia di quel numero straordianrio che ha dato il via a vent'anni, venti!, di lavori. Rileggerlo è provare davvero una grande emozione.
Alcuni di quelli che scrivevano su quel numero, e sui numeri successivi, non ci sono più, altri sono andati via, altri sono andati via e tornati, altri sono tornati in veste diversa, altri ancora continuano a collaborare con noi. Come direbbe il mago Ramon: c'est la vie!!!
Ci siamo accorti che, rileggendo questi vecchissimi numeri de l'urlo, scorreva sotto i nostri occhi un pezzetto di storia raccontata da chi aveva tenacemente deciso di guardare le cose secondo un'angolatura diversa. Così, leggendo i  numeri in sequenza, si può ricostruire una storia "altra" non meno interessante di quella più celebrata. E' curioso (e forse triste) che vent'anni fa si discutesse di problemi che, in buona parte, oggi ancora non hanno trovato soluzione, ma forse i problemi non hanno soluzioni, hanno solo storia. E allora tocca a qualcosa come un "urlo" raccontarla per non dimenticare almeno i problemi!!!
Buona lettura.

LA REDAZIONE DE L'URLO

P.S.
Trovate il numero zero in basso, nello spazio dedicato all'archivio de l'urlo.

sabato 22 agosto 2015

GRAMMATICA DELLE EMOZIONI

Tre mesi fa Danco ci ha lasciati e ancora facciamo fatica a crederci. Danco è stato per la redazione de l'urlo una figura importante, così vorremmo ricordarci ogni tanto di quanto fosse in gamba a scrivere e quanto interessanti fossero le sue riflessioni.
Questo articolo è del 2004, e si intitola Grammatica delle emozioni.
Buona lettura. 
 
LA REDAZIONE DE L'URLO

* * * 

Vorrei parlare di un periodo particolare, in cui ho fatto un po' di "conti". E' da un po' di tempo che sto facendo volontariato e mi stanno tornando indietro delle cose.
Ho iniziato un po' per caso, senza aspettarmi molto, per motivi un po' egoistici: vado in mezzo a persone che stanno peggio di me, chissà mai che anche io stia meglio, mi renda conto delle mie cose.
Certe cose però, dopo un po', vanno prese seriamente: ho avuto delle responsabilità. Se tu insomma predichi bene ma razzoli male... non puoi, devi riflettere su come ti comporti davanti agli altri. Succede che vai in uscita e ti ritrovi a far rispettare delle regole, non sei più quello che le trasgredisce! E' un po' cosi, uno inizia per gioco e poi ti ritrovi a fare le cose seriamente. Forse la dico grossa ma il ritorno è che comincio a ritenermi un po' diverso, a riscontrare delle cose diverse. Sono cambiato internamente, è un discorso un po' complesso e tutte le volte che lo faccio ruba qualcosa di mio. Ci sono delle situazioni nelle quali prima mi trovavo a disagio, non riuscivo a coordinare i movimenti, c'era un tentativo di fuga: sono le emozioni. Da un po' non ero abituato a viverle. Ho fatto una ventina di anni di tossicodipendenza da eroina. Le situazioni forti le vivevo in modo distaccato, come se mi scivolassero addosso: non mi apparte­nevano. Ora cominciano a tornarmi addosso, e la sensazione forte è che questo è piacevole, ti fa venire voglia di viverle, il piacere della vita. Nel contatto con le persone, nell'intimità di qualche situazione. Quando sei davanti ad una persona che è ancora dentro ad un certo tipo di vita, anche se paria con te, hai sempre l'impressione di non riuscire a raggiungerla. I cambiamenti li riconosco quando sono di fronte a certe situazioni e mi rivedo in chi ho davanti, è come se vedessi me a! posto loro, vedo come io ero assente. Non sto parlando dei tossicodipendenti in generale ma sto parlando di me. E' come se avessi di fronte uno specchio, non penso che l'altro è uguale a me ma mi da l'occasione di riflettere su di me, su tutte le volte che parlavo... in realtà con la testa ero altrove. E non penso che le persone che ho di fronte non siano autentiche o che vorrei che fossero diverse da come sono in quel momento, mi va benissimo essere in relazione con loro in quel momento così come sono. Mentre sono lì nella situazione mi accorgo che non ho più paura, e accorgermene mi fa avere ancora meno paura, la differenza è che ora io inizio a pensare agli altri, prima era più difficile. Voglio dire che della mia dipendenza non ho memoria limpida al 100%. Tuttavia continuo a scoprire cose del mio passato, sto parlando solo della mia vita e non delle storie degli altri. Una cosa che capisco è che io ho preso una fregatura per vent'anni, e questo sarebbe già sufficiente per dire tutto. Non rinnego niente perché ero io allora così come sono io oggi, non voglio cancellare una parte di me e del mio vissuto, né sto giudicando la persona ma rifletto su di me, do un giudizio su una parte di me, quando non sapevo cosa volevo, non trovavo mai uno spazio di tranquillità, il mio stato d'animo era sempre quello di voler scappare, non voler esser lì, un'inquietudine non riuscire a presentarmi agli altri con tranquillità. Me ne sono reso conto piano piano, ho preso possesso e ho favorito questo cam­biamento. Fino ad ora io mi sono sempre opposto ai cambia­menti, ora vedo una cosa diversa, sono cambiato. Delle volte rivedersi non fa molto piacere, i ritorni sono molto duri da digerire. Alla fine ho fatto questa scelta del volontariato, anche perché io sono stato in diversi contesti, ma è difficile trovare delle persone con cui condividere delle cose la mia gente è la gente che in qualche modo è entrata in contatto con le sostanze.
Con gli altri non mi sento così vicino.

Danco

sabato 8 agosto 2015

RIDUZIONE DEL DANNO

Di riduzione del danno ne stiamo parlando in redazione in questi ultimi tempi, si tratta di un tema complesso che sembra essere diventato un po', per così dire, demodè... In questi giorni abbiamo dedicato un numero della nostra newsletter (se vuoi iscriverti alla nostra newsletter mandaci una mail con scritto in oggetto "iscrivimi" qui) a questo tema, e ci è arrivata, fra le altre, questa risposta che abbiamo deciso di pubblicare subito perché pone una serie di temi assai rileventi, la leggeremo e ne discuteremo certamente nelle prossime redazioni.
E' come se avessimo
già il primo articolo per il prossimo numero de l'urlo dedicato al riduzione del danno.
Un bell'articolo
e un buon punto di partenza.

E chi ben comincia è a metà dell'opera.
Grazie V.!!!

LA REDAZIONE DE L'URLO
 
 * * *

E' vero la percezione della riduzione del danno è molto deviata... No aspetta, sto parlando dal punto di vista di una professionista, quindi "deviata" non è il termine esatto, perchè la maggior parte delle persone comuni nemmeno si interessa del tema. Purtroppo, in questo mondo, le persone non ritengono necessario aiutare le persone che già sono cadute nel "danno"... E come biasimarle... E' già difficile trovare persone interessate ad ascoltare i piccoli problemi quotidiani davanti ad un caffè...
Oltre che da professionista parlo da persona, da ragazza, che ha visto cadere sotto il "danno" dell'eroina una mia cara amica e degli psicofarmaci mia madre, credo quindi di avere una visione non obbiettiva (per fortuna, obbiettiva vuol dire fredda spesso e volentieri), ma bensì di pancia. Sarebbe paradossale imporre una legge per cui tutto il personale statale e comunale rivolto ad occuparsi di tale problema siano persone coinvolte dal vivo in tale problema, ma al momento è l'unica soluzione che mi sovviene... Credo sia più uno sfogo che una riflessione, quindi perdonatemi se non potrà esservi di aiuto al fine di un indagine scientifica, ma non posso fare di meglio ripensando ai momenti in cui sarebbe stato necessario avere almeno un orecchio all'ascolto di chi alla fine ci ha rimesso la vita. Forse la riduzione del danno potrebbe essere ESSERCI nel momento in cui c'è bisogno di essere ascoltati. Un ragazzo che non si preoccupa di cosa ingerisce nonostante gli effetti che possa avere sul suo corpo non mi pare diverso da un depresso che ingerisce litri di vino e magari qualche psicofarmaco per non pensare al dolore... Inconsapevolezza... Data dal non sentirsi più esseri umani? Se uno dei presupposti del "essere umano" è lo stare in società, in un mondo in cui non c'è più predisposizione all'ascolto, in cui si fa fatica a trovare amici, che soluzione abbiamo?
Non so se sia il punto, ma io trovo che il problema sia NON AVERE PERSONE CON CUI CONFRONTARSI, CON CUI PARLARE, PERSONE CHE SAPPIANO FARTI SENTIRE ACCOLTO, NONOSTANTE LE DEVIANZE E I DIFETTI... 
Chissà... Forse è solo uno sfogo, ma grazie di avermi dato lo spunto per esprimere la mia opinione.

V.

sabato 4 luglio 2015

l'urlo e sottosopra 
hanno il piacere di invitarvi 
a

  

giovedì 25 giugno 2015

A TE CHE LO SAI (GRANDE SABRI)

Questa bella poesia di REVO ci era giunta in redazione un po' di tempo fa e sarebbe dovuta essere pubblicata su l'urlo già nel numero di marzo. Purtroppo un disguido tecnico (ci succedono anche di queste cose...) ha fatto si che la poesia non fosse pubblicata.
Ci scusiamo con REVO pubblicandola subito nel blog con la promessa che uscirà certamente nel prossimo numero de l'urlo

LA REDAZIONE DE L'URLO

*  *  *

A TE CHE LO SAI (GRANDE SABRI)

C'è una libertà
più grande dei sogni
che dopo tanto cadere
ti insegna a volare
dopo tanto morire
ti regala la vita
che dopo un naufragio di lacrime
ti inonda di sole
c'è questo essere liberi
che ti rende felice
c'è questo piacersi
come si è
che ti dà la forza
di combattere ancora
di non arrenderti mai
c'è la forza dei sogni
del nostro cuore guerriero
che riesce
ancora ad amare
c'è questo essere
come si è
che ci dà il coraggio
di vivere
e così ho imparato
a prendere il meglio
di questa gente preziosa
che ha combattuto
la mia guerra
come fosse la sua
che ha vinto la mia guerra
come fosse la sua
ed in questa vittoria
tu sei l'abito della festa
tu che hai preso il mio sogno
e ne hai fatto
una bandiera
tu che lo sai
che gli ideali
non muoiono mai
e mi regali dolcezza
ad ogni occasione
ed io mi godo
la persona stupenda
che sei
immerso in questo
grande volerti bene
dove voglio restare
per sempre
dove sono entrato
per caso
e mi sono trovato
a mio agio
ed è anche per te
che mi sono
ripreso la vita

REVO

domenica 21 giugno 2015

LA FELICITA'

L'ultima redazione (quella del 18 giugno) ci ha visti impegnati in una lunga discussione che è partita da una breve riflessione letta da A. e che ci ha portati a fare un lungo ragionamento sulla felicità e le quesitoni che le stanno intorno.
Bella.
Al punto che abbiamo deciso di pubblicare anche la registrazione, la discussione è durata un'ora e mezza, noi abbiamo iniziato col pubblicare i primi 25 minuti.
Come al solito proveremo a trasformare queste suggestioni in articoli ed in un numero del giornale. Nel frattempo vi invitiamo ad ascoltare quanto abbiamo registrato e, vi venisse voglia di farci avere il vostro parere, o di scrivere qualcosa anche voi, ne saremmo lieti. Trovate la nuova registrazione in basso a destra, sotto la rubrica "La voce della redazione".
Ciao.

LA REDAZIONE DE L'URLO

venerdì 19 giugno 2015

venerdì 22 maggio 2015

DANCO

Danco se n'è andato sabato scorso così. All'improvviso.
Un improvviso così serio che ha colto di sorpresa anche lui, proprio adesso che le cose, bene o male, inziavano ad ingranare nel verso giusto.
Certo, si dirà, è la fatalità della vita. Ma oltre che tristi la sua scomparsa ci lascia comunque tanta amarezza.
Danco è stato un redattore storico de l'urlo, chi lo ha conosciuto lo ricorda come un vulcano di idee, un redattore rissoso e irascibile, ma carissimo. Un galantuomo con la scorza appena appena ruvida. Già, perché Danco aveva una carica umana che ti faceva venire voglia di parlare con lui, a prescindere da cosa. Per l'urlo ha scritto articoli bellissimi e intensi, articoli che abbiamo deciso di riproporre per poterlo ricordare nel modo che ci pare più consono.
Danco ci mancherà terribilmente perché da sabato è venuta meno anche la speranza di poterlo far tornare in redazione.
Cosa su cui non avevamo mai smesso di contare.
Un bacio Danco.


 LA REDAZIONE DE L'URLO

mercoledì 15 aprile 2015

20 ANNI... E NON SENTIRLI

In questi giorni veniva pubblicato, dopo estenuanti sessioni di ciclostile, il numero 1 de l'urlo.
Era esattamente l'aprile 1995!
Visto che si tratta di una data davvero importante abbiamo deciso che quest'anno festeggeremo in più momenti questa ricorrenza.
Ad esempio inzieremo a pubblicare in formato elettronico i numeri de l'urlo dal 2006 fino al 1995.
Ci piacerebbe intervistare tutti i redattori storici che in quegl'anni hanno contribuito alla creazione del giornale; magari ripubblicare qualche articolo di quel periodo, visto che ne furono scritti di bellissimi che sarebbero ancora molto attuali! Insomma, non si tratta di un semplice Amarcord ma di valorizzare anni di impegno e di lavoro che hanno portato ad essere la redazione quella che è oggi: un luogo di stimolo e di confronto per tutti quelli che sono interessati a parteciparvi. Ecco perché ci pare giusto ed importante ricordare e festeggiare!
Ma di tutto quanto succederà daremo notizia a suo tempo...

LA REDAZIONE DE L'URLO

venerdì 3 aprile 2015

UN NUOVO NUMERO DE L'URLO (ARIDAJE!)

Il mese scorso scrivevamo che "non era mai successo prima che riuscissimo a pubblicare due numeri in due mesi".
Il fatto che un mese dopo esca il TERZO numero de l'urlo per il TERZO mese consecutivo, lascia stupefatti anche noi!!!
Questo nuovo numero viene da lontanto, cioè da un progetto sviluppato da due nostri redattori che, un po' di tempo fa, decisero di sceneggiare e disegnare un fumetto. Poi la cosa si interruppe, riprese per breve tempo per poi interrompersi ancora. Per evitare che il lavoro fatto restasse a fare le ragnatele nel cassetto, abbiamo deciso di pubblicare il fumetto anche se incompleto.
Ovviamente attendiamo il finale.
Buona lettura!

LA REDAZIONE DE L'URLO

domenica 22 marzo 2015

IL NUOVO NUMERO DE L'URLO

Ad un mese dall'uscita dell'ultimo numero de l'urlo eccone uno nuovo.
Non era mai successo prima che riuscissimo a pubblicare due numeri in due mesi ed è una cosa che ci fa molto piacere.
Questo numero è nato da una discussione sui pregiudizi che abbiamo avviato ad inizio anno e della quale avevamo anticipato uno degli articoli già in questo blog.
Buona lettura!

LA REDAZIONE DE L'URLO

domenica 1 marzo 2015

IL TRATTORE


Ci sono degli scritti che vale la pena di pubblicare solo perché sono belli (non si dice che la bellezza salverà il mondo..?). Questo scritto è uno di quelli. Anche se è breve si tratta di un pezzo molto suggestivo ed abbiamo deciso di condividerlo subito con quelli che ci seguono.
LA REDAZIONE DE L'URLO

* * *

Il rumore si avvicina mentre io sto dormendo, quel trattore che passa sulla strada è sempre più vicino, la finestra semichiusa che filtra questo momento, questo calore... che si mescola al rumore dei tegami, dei piatti che stanno a lavarsi. Che compagnia questi rumori, che dolcezza questi rumori, il cortile e le siepi stanno sempre lì a guardare; i rumori prima arrivano da lontano, ma mentre ti accorgi e ti scaldi di te, già si allontanano; l'oscurità della mia stanza... diventa una coreografia muta, dolce, pulita, come quei rumori, vecchi amici di un bambino che oggi si sveglia, con il corpo di un UOMO.


by inviatoinmotociclo@gmail.com

martedì 17 febbraio 2015

IL NUOVO NUMERO DE L'URLO

E' uscito il quarantaseiesimo numero de l'urlo.
Si tratta di un numero particolare perché abbiamo deciso di pubblicare l'articolo de l'invitatoinmotociclo@gmail.com, che descrive un bel film che abbiamo visto in redazione in dicembre, ed un lunghissimo articolo di J. che prende la restante parte del giornale.
Si tratta di un articolo molto bello e molto intenso, per questo abbiamo deciso di non spezzarlo in più parti e di pubblicarlo per intero, crediamo che valga la pena di leggerlo tutto d'un fiato.
Come al solito trovate il numero qui accanto nella colonna dell'archivio.
Buona lettura!

LA REDAZIONE DE L'URLO

lunedì 26 gennaio 2015

SOSTANZE STUPEFACENTI E PREGIUDIZI


Due settimane fa è venuta in redazione L., discutendo con lei, ad un certo punto, ci ha confessato che riguardo la scrittura si sentiva un po' "bloccata", ha aggiunto che era da tanto tempo che non scriveva e che non si sentiva ancora pronta per tornare a scrivere. Poi, la settimana successiva è venuta con questo pezzo bellissimo che ci ha letto in redazione.
Abbiamo deciso di pubblicarlo subito perché vale davvero la pena di leggerlo!
Alla faccia del "blocco"!!!

La redazione de l'urlo

All'interno del termine comunicazione sono racchiuse una miriadi di accezioni, e penso che conoscere le svariate modalità con cui possiamo presentarci agli altri, interagire con loro e farci conoscere, sia un enorme risorsa. Noi esseri umani certamente comunichiamo con le parole, ma questo non esclude che lo possiamo fare anche con la gestualità, le espressioni del viso, il modo che abbiamo di muoverci, di camminare. Seppur spesso ciò avvenga in maniera involontaria, posso comunicare parecchio di me agli altri anche solo con una stretta di mano, con un sorriso. Quello su cui mi sono interrogata molto spesso è quale sia il modo più corretto e costruttivo, e meno traumatico, per comunicare agli altri che facciamo, o abbiamo fatto, uso di sostanze. "Chi è" il tossicodipendente? Senza scontrarsi subito contro un muro di pregiudizi derivati da ignoranza riguardo all'argomento, e con un'informazione frammentaria e "terroristica", mirata più all'emarginazione del tossicodipendente che ad una reale voglia di spiegare, per la maggior parte della gente il tossicodipendente è solo quello che "ruba, picchia i genitori, vive alle spalle degli altri, si scambia siringhe e per questo è sicuramente malato, sporco e da tenere alla larga". Così come l'omosessuale è quello "incapace di rapporti veri, infedele, sciocco e amante della promiscuità e della vita dissoluta". E ce ne sono a centinaia di luoghi comuni del genere, uno o più per ogni categoria di persone (e non solo) a cui la società e la tradizione hanno affibbiato una determinata etichetta: così "gli zingari sono tutti ladri", "le belle donne sono tutte stupide", i "gatti neri portano sfiga", "chi ha tatuaggi è un delinquente" e via così.
Ma qual è allora il modo migliore, la forma di comunicazione più efficace, per far conoscere agli altri il mondo dei tossicodipendenti? Il primo passo è senza dubbio quello di far capire alla gente che "i tossicodipendenti" non è un'entità unica, un insieme di persone tutte uguali tra loro, non sono una rigida categoria.
Il tossicodipendente è il muratore che lavora con te tutti i giorni, è la maestra di tuo figlio, è il ragazzo vino che ancora studia, è il celibe, la madre di famiglia, il compagno d'università; il tossicodipendente è vecchio, è giovane, antipatico e simpatico. È la persona che vive tra noi, è il tuo vicino di casa, è il passeggero accanto a te sul treno.
Capire questo è già un primo passo.
Per anni io stessa mi sono privata dell'opportunità di nuove amicizie, perché ritenevo quasi un obbligo, per dare il via ad un rapporto, di presentarmi subito per quello che ero: una tossica. Mi sembrava impossibile mettere le basi per una nuova amicizia, senza prima "confessare il mio peccato".
Che sciocchezza eh?
Come se una persona fosse costretta a confidare subito un aspetto della propria vita così importante ma anche così delicato e personale.
Chi mai pretenderebbe, conoscendo una persona, che stringendole la mano per presentarsi, dicesse: "piacere mi chiamo tizia e sono anoressica", oppure: "molto lieto, sono Caio e soffro di attacchi di panico"?
E allora perché, per chi fa uso di sostanze, dovrebbe essere diverso?
Per troppi anni mi sono etichettata da sola come "la tossica", tralasciando tutti gli altri aspetti di me, le mie qualità. E se lo facevo io per prima forse posso biasimare gli altri se lo fanno? Per far sì che le persone ci conoscano per quello che siamo realmente dobbiamo essere noi i primi a farci conoscere. E allora, forse, per comunicare agli altri chi è un tossicodipendente la prima regola è quella di non comunicarlo, fino a che non sentiamo che è arrivato il momento, e abbiamo instaurato con l'altro un rapporto fatto di fiducia e rispetto. Dobbiamo farci conoscere per ciò che siamo, come qualunque altra persona, senza macerarci nella sensazione che stiamo nascondendo qualcosa di grosso. E dobbiamo avere più fiducia nelle persone e credere che se ci apprezzeranno per quello che siamo, con i nostri pregi, i nostri difetti, le nostre fragilità, se apprezzeranno "quella persona lì", allora quando verranno a sapere che si tratta di un tossicodipendente il loro giudizio non cambierà, e l'opinione che si erano fatti di noia "prima", resterà invariata anche "dopo".
E se così non sarà: tanti saluti! nel mondo ci sarà sempre chi non riesce ad andare oltre i pregiudizi: non è certo colpa nostra!

L.




venerdì 9 gennaio 2015

L'URLO SETTIMANALE

E' da un po' che non pubblicavamo dei post... ma nostre attività ci hanno assorbito non poco!
Tuttavia ricominciamo con una bella novità: la redazione de urlo diventa, da gennaio, un appuntamento settimanale!!!



Inoltre ci tenevamo ad annunciare che l'urlo sarà presente martedì 20 gennaio dalle 9:30, a Bologna, nella Sala Polivamente del palazzo della Regione  (via Aldo Moro, 50) in occasione del seminario "Droghe e comunicazione" durante il quale terrà un intervento per presentare le attività del nostro giornale. Siamo molto contenti di questa opportunità che è un bel riconoscimento soprattutto per tutti quelli che, in questi anni, hanno contribuito coi loro articoli ed il loro lavoro a rendere questo giornale vitale ed interssante!

La redazione de l'urlo