lunedì 29 marzo 2021

SANTE (1° puntata)

Mabo è stata un'operatrice di Sottosopra per tantissimi anni, e con lei Sottosopra e l'urlo hanno vissuto tante splendide stagioni. Ricevere un suo scritto ci ha fatto molto piacere, anche se riguarda una circostanza triste, cioé la morte di Sante Notarnicola che, qualche anno fa, la redazione ha avuto l'occasione di intervistare anche grazie a lei. Per chi non conoscesse Sante, questo articolo è un'opportunità per capire almeno di che indole fosse fatto, per chi lo conoscesse, invece, questo articolo è un modo per ricordarlo con affetto. Ma non solo.
Mabo racconta come meglio non si potrebbe cosa è stato l'urlo in questi anni, cosa ha fatto e cosa non ha smesso mai fare: scommetere sul fatto che, chi è affetto da una dipendenza, non è riducibile ad essa, che è il pregiudizio peggiore che ci possa essere.
Questo articolo fa riaffiorare anche un sacco di ricordi bellissimi, un po' malinconici ed anche tristi. Nell'articolo si parla di Danco, che è stato caporedattore de l'urlo per tanto tempo e che, adesso, non c'è più. Mabo lo ricorda con affetto e, quelli della redazione che lo hanno conosciuto, faranno certamente altrettanto. Alle volte rievocare il passato produce anche un certo dolore, ma è l'inevitabile destino di chi ha una storia da raccontare.
Grazie Mabo, un grande abbraccio da tutta la redazione!
(Una precisazione: nell'articolo Mabo parla di "circa 15 anni fa", in realtà gli anni sono 21! Infatti l'urlo a cui lei fa riferimento è il numero 16 del settembre 2000! E' un numero che bisognerebbe rileggere tutto perché è ancora attualissimo e assai potente! Lo si può scaricare gratuitamente nella sezione "Archivio de l'urlo" della colonna qui a destra).


LA REDAZIONE DE L'URLO

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28 marzo 2021 

Pochi giorni fa Sante Notarnicola ci ha lasciato.
Era un poeta, uno scrittore, un oste e durante la sua lunga detenzione era stato protagonista delle lotte per i diritti delle detenute e dei detenuti.
Circa 15 anni fa Sante ha condiviso con la redazione de l'urlo un pezzo importante della storia del giornale. E a sua volta ha poi deciso di coinvolgere la redazione nella realizzazione di di un documentario che raccontava la sua vita.
Mi piace ricordare qui il modo in cui sono iniziati questo scambio e questo legame di rispetto e affetto reciproci.
In redazione stavamo organizzando un evento per noi importante, l'uscita di un numero speciale tutto dedicato al carcere e la realizzazione di una due giorni di incontri e dibattiti aperti alla cittadinanza sull'esperienza della detenzione. Come portavoce del giornale avevo espresso a Sante il nostro desiderio di avere un suo contributo e di poterlo intervistare. La su risposta, gentile ma molto netta, era stata che la sua esperienza lo avevo portato ad avere un'idea ben precisa delle persone che hanno una dipendenza da sostanze come non affidabili e deboli, persone che avevano spesso esposto le compagne e i compagni a rischi anche gravi e che per questo preferiva non partecipare alla nostra iniziativa. Dispiaciuta gli avevo comunque lasciato un articolo scritto dal capo redattore di allora, Danco, che tra di noi era sicuramente tra i più motivati ed entusiasti all'idea di dar voce al carcere dalle nostre pagine.


 

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