Questo
racconto di ANCA è uno dei più belli che abbiamo ricevuto in questi
ultimi mesi. Descrive uno degli aspetti più complessi della dipendenza,
il rispetto e l'amore per se stessi. Riteniamo che sia un articolo per
il quale ogni commento è superfluo, bisogna solo leggerlo e goderselo.
* * *
Questa storia, inventata da me, mi ha fatto pensare molto: ma perché rispettare la vita degli altri sembra così facile ma rispettare la vita di noi stessi no??? Noi, persone con una dipendenza, mica andiamo in giro ad ammazzare le persone… ammazziamo noi stessi… Perché non riusciamo a dirci: “ti voglio bene, ti rispetto, voglio il meglio per te”? Forse ce lo diciamo ma lo dimostriamo nei modi sbagliati? Quante volte abbiamo sentito dai genitori frasi del tipo: “Devi sforzarti di più, quello che fai non è sufficiente, lascialo fare a me, sei incapace, non sei abbastanza forte”. E quante volte invece abbiamo sentito: “Si, hai sbagliato ma non fa niente, sbagliamo tutti; sei bravo, stai facendo del tuo meglio e ti voglio bene così come sei” Beh, bisognerebbe fare un questionario, ma scommetto che la prima opzione vince. Purtroppo è difficile amare e rispettare se stessi se nessuno ce l’ha insegnato. In casi come questo, il meccanismo che scatta nella mente è quello di coccolarsi per qualsiasi cosa che abbiamo fatto bene.
Nessun commento:
Posta un commento