mercoledì 28 novembre 2018

LAVORI O SURROGATI (p1)

Nel corso di quest'anno abbiamo dedicato molte redazioni ad un tema che, a molti di noi, sta molto a cuore: "come sta cambiando il mondo del lavoro?". Fra esodati, precari, co.co.co, co.co.pro., agenzie interinali, industrie 4.0, esternalizzazioni e delocalizzazioni, se ne sono viste delle belle. Così abbiamo cercato di riflettere insieme su cosa stesse succedendo anche a partire dalle esperienze personali di ciascuno. Questo, ed altri articoli che pubblicheremo, fanno parte del numero 63 de l'urlo interamente dedicato a questo tema.
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Ma l'impresa eccezionale
dammi retta
è essere normale
(Lucio Dalla)


Tempi durissimi oggi, di recessione infinita e di difficoltà di ogni genere: problemi di integrazione, terrorismo e svilimento di quell'attività umana chiamata "lavoro" che, in passato, era perfino ben retribuita mentre oggi, per usare un eufemismo, è molto creativa. Forse sono cose risapute e dette migliaia di volte ma occorre tenerle sempre a mente.
In un clima di difficoltà di questo tipo, qualche settimana fa, mi arriva una telefonata sul fisso in cui una voce femminile, molto giovane, mi chiedeva se conoscevo qualcuno in cerca di lavoro, alla mia risposta affermativa mi viene detto di presentarmi con il curriculum presso una ditta, di cui non ricordo il nome, in una via di Bologna ben conosciuta.
Non avendo altri impegni decido di andare nel posto che mi indicano, mentre immagino la solita fregatura e perdita di tempo non retribuita, ma tant'è, mala tempora currunt! Arrivo all'indirizzo che mi era stato dato, presso un casolare di campagna ristrutturato, assieme ad una ventina e passa di persone mediamente molto giovani, penso che siano tutte lì per il medesimo motivo. La reception è al secondo piano, lì c'è un grande bancone (pare quasi quello di un DJ) con tre ragazze che si occupano di lavori segretariali e che mi porgono un modulo da compilare con i miei dati. Mi viene detto di attendere una chiamata, che arriva poco dopo. La caratteristica che mi resta subito impressa è la musica a palla, al limite del sopportabile, un genere latino-americano che tanto va di moda ora e che io detesto. Una volta chiamato vengo convocato in un ufficio con una esaminatrice, anch'essa giovane e carina, che mi spiega o, meglio, non mi spiega di cosa si tratta. Il colloquio dura solo dieci minuti, il tempo di spiegarmi che mi verrà chiarito tutto nel secondo step, che verrà fatto in seguito, e a cui potrò essere ammesso oppure no, ma questo mi verrà comunicato a brevissimo. Mi viene detto che devono fare cosi perché occorre fare selezione in quanto sia il periodo di prova che il lavoro vero e proprio verranno retribuiti, affermazione che una quindicina di anni fa era scontata ma che oggi sa di fantascienza. In particolare si fa leva sul fisso di 1200 per l'attività regolare e di € 300 per i 3 giorni di prova.

continua

venerdì 23 novembre 2018

DIARIO DA ZURIGO (76° puntata)

Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagnerà periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da C., un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.


LA REDAZIONE DE L'URLO

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19 aprile 2018
Un piccolo infotunio sul lavoro interrompe la mia routine quotidiana facendomi rimanere a casa, niente di grave, si tratta di uno strappo alla spalla sinistra che mi costringerà a riposare per una settimana.
La primavera è arrivata prepotentemente e, a giudicare dalle temperature, forse si tratta più di estate! Ma accettiamo tutto con gioia e anticipiamo le passeggiate al lago, spesso  ci vado anche da solo e porto con me un buon libro e la voglia di fare esperienze nuove.
Nella vita si nasce soli e si muore soli, e forse queste due verità ci suggeriscono che bisogna anche imparare a stare soli.

martedì 20 novembre 2018

IL NUOVO NUMERO DE L'URLO

Siamo molto lieti di annunciare l'uscita del nuovo numero de l'urlo.
Si tratta di un numero interamente dedicato ad un tema che ci ha impegnati quasi per un anno: "come sta cambiando il mondo del lavoro?".
Buona lettura (come al solito per leggere on-line il giornale è sufficiente cliccare qui a destra).

LA REDAZIONE

mercoledì 14 novembre 2018

IO E L'URLO (p.3)

Quale sia lo spirito del nostro giornale lo spiega bene Padre Felice, siamo molto lieti di pubblicare questo articolo perché racconta noi e le dinamiche della nostra redazione in maniera davvero autentica!
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La scrissi una notte con la stilografica sopra un block notes, abbastanza di getto, dico abbastanza perché, per concluderla, tirai diritto fin quasi alle prime luci dell'alba, ed essenzialmente scrivevo di come anche chi dovrebbe prendersi cura di noi abbia a volte idee preconcetti e che consideri solo un lavoro quello che dovrebbe essere per prima cosa una missione. Lo proposi a E., incontrato per caso un giorno al Ser.T.: “Ho scritto una cosa abbastanza forte, potrebbe andar bene per l'Urlo... vorrei che mi dessi un parere” e gli porsi il notes. Lui, dopo averlo letto non senza difficoltà a causa della mia calligrafia mi disse: ”Si, molto bello, naturalmente dovrai chiedere il consenso per la pubblicazione alla tua compagna, visto che siete tu e lei i protagonisti. Poi ti chiederei una cortesia: potresti riscriverlo su di un foglio in stampatello?” Fu così che (chi l'avrebbe mai pensato?) la mia storia finì sull'Urlo, io realizzai un sogno (io che scrivo per l'Urlo? Ma che c@&%o vai dicendo!?) e da allora ho potuto riversare i miei pensieri e le mie riflessioni su quel foglio, cercando e credendo che le mie parole potessero essere utili e possibilmente di conforto a chi le leggeva. E ora, anche se ho capito che per un vero cambiamento oltre al pensiero e alla parola scritta, deve seguire un azione, un fatto che possa aiutare a perseguire quel pensiero e quella parola, ho comunque cominciato a considerare il vero tesoro di quest'esperienza: il rapporto con gli altri redattori, e so che parecchi di loro la pensano come me. Con alcuni la conoscenza si è approfondita, diventando amicizia, ed è questo il sentimento che ci accompagna nelle lunghe notti di redazioni infinite, a scaldarci e dibattere delle nostre idee.


Padre Felice 

fine

sabato 10 novembre 2018

IO E L'URLO (p.2)

Quale sia lo spirito del nostro giornale lo spiega bene Padre Felice, siamo molto lieti di pubblicare questo articolo perché racconta noi e le dinamiche della nostra redazione in maniera davvero autentica!

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Allora la redazione si riuniva ancora in una luogo messo a disposizione dal comune di S. Agata Bolognese, a me come ad altri ancora particolarmente caro nei ricordi, a poca distanza da una palestra che frequentavo il lunedì e il giovedì, giorno quest'ultimo in cui operatori e redattori si incontravano. Gli orari erano compatibili e finita l'attività sportiva avrei potuto partecipare, anche solo per una volta alla redazione dell'Urlo. Telefonai per sentire dagli operatori se la cosa era possibile e parlai con E., uno dei responsabili che seguiva quest'iniziativa quasi dai suoi esordi. Lui fu molto diplomatico e mi disse che forse poteva esserci qualche problema, ma si sarebbe preso a cuore la situazione e mi avrebbe fatto sapere. Qualche settimana dopo partecipavo alla mia prima redazione. Ricordo che mi presentai parlando brevemente di me e del mio percorso, e il mio sentimento quella sera era come di chi é sotto esame, anche perché E. mi disse chiaramente che l'ultima parola affinché fossi accettato spettava a loro, le ragazze e i ragazzi redattori dell'Urlo. Penso di aver fatto una buona impressione, perché fui accolto come un fratello e partecipai, per quanto possibile, alle successive redazioni. Poi mi capitò qualcosa che fece scattare in me la famosa “molla”, così volli scrivere a proposito di una storia di ennesimi pregiudizi che mi era realmente accaduta. 

continua

martedì 6 novembre 2018

IO E L'URLO (p.1)

Quale sia lo spirito del nostro giornale lo spiega bene Padre Felice, siamo molto lieti di pubblicare questo articolo perché racconta noi e le dinamiche della nostra redazione in maniera davvero autentica!

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Il mio primo incontro cosciente con L'Urlo, (forse ce ne sono stati altri sub-consci in qualche biblioteca?), fu ormai una quindicina di anni or sono in un Ser.T. della bassa bolognese. Lo ricordo con affetto perché ci entrai in compagnia di un paio di fanciulle, una delle quali sarebbe poi diventata il mio amore. Così ecco che, per sfidar l'attesa, girando lo sguardo in quegli ambienti ordinati ma non privi di qualche tocco personale, lo vidi sopra una mensola, tra fogli con indicazioni per la riduzione del danno e volantini che spiegavano gli effetti delle varie sostanze. Fui immediatamente colpito dalla grafica del titolo: il disegno in bianco e nero di due bocche spalancate col piercing sul labbro inferiore, ugola e denti scoperti, lingua contratta nell'atto di gridare, una da un lato e una dall'altro della scritta: L'URLO. Una voce diversa, sicuramente fuori dal coro, un grido che si levava dai margini, da persone che erano state o avevano scelto di essere emarginati anche perché non si riconoscevano più nei valori che la società gli stava dando, ma che voleva innanzi tutto ribadire che cambiare si può, che per tutti deve esserci una possibilità di redenzione, che con un vero aiuto si possono spezzare le dipendenze, che siamo per la nostra condizione già stati umiliati abbastanza e che la sensibilità della nostra anima non è sicuramente inferiore alla vostra di persone “normali”, che anche se siamo “diversi” siamo uguali a voi. Dopo quel primo incontro mi è capitato di averlo avuto altre volte tra le mani, “rubato” al volo in biblioteca o al Ser.T., così da poterne leggere non solo le storie di vita vissuta, ma anche i reportage, le recensioni musicali o cinematografiche, le interviste a personaggi del mondo dello spettacolo, oppure gli articoli che descrivevano le cose di attualità con un piglio decisamente ironico.

continua...

venerdì 2 novembre 2018

DIARIO DA ZURIGO (75° puntata)

Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagnerà periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da C., un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.


LA REDAZIONE DE L'URLO

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5 Aprile 2018
E' un periodo intenso, sono impegnato con il lavoro anche di sabato e così sto accumulando un bel po' di stanchezza. Un solo giorno per riposare è troppo poco per i miei gusti.
Ciò nonostante riesco a conciliare il lavoro con lo studio del tedesco, anche grazie anche alla disponibilita' di una ex professoressa di nome W. che mi da lezioni private a buon prezzo. Sabato sera ho passeggiato per Zurigo da solo, mi sono fermato in un parco e mi sono sentito quasi a casa, lo strimpellare delle chitarre, la parlata svizzera è ormai diventata un'abitudine che ha addolcito la mia serata, ho preso consapevolezza che qualcosa dentro di me è cambiato rispetto lo scorso anno, sono fiducioso. Trascorrere il tempo facendo cio che mi piace può portare ad un momentaneo piacere ma non a una vera gioia.