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Allora la redazione si riuniva ancora in una luogo messo a disposizione dal comune di S. Agata Bolognese, a me come ad altri ancora particolarmente caro nei ricordi, a poca distanza da una palestra che frequentavo il lunedì e il giovedì, giorno quest'ultimo in cui operatori e redattori si incontravano. Gli orari erano compatibili e finita l'attività sportiva avrei potuto partecipare, anche solo per una volta alla redazione dell'Urlo. Telefonai per sentire dagli operatori se la cosa era possibile e parlai con E., uno dei responsabili che seguiva quest'iniziativa quasi dai suoi esordi. Lui fu molto diplomatico e mi disse che forse poteva esserci qualche problema, ma si sarebbe preso a cuore la situazione e mi avrebbe fatto sapere. Qualche settimana dopo partecipavo alla mia prima redazione. Ricordo che mi presentai parlando brevemente di me e del mio percorso, e il mio sentimento quella sera era come di chi é sotto esame, anche perché E. mi disse chiaramente che l'ultima parola affinché fossi accettato spettava a loro, le ragazze e i ragazzi redattori dell'Urlo. Penso di aver fatto una buona impressione, perché fui accolto come un fratello e partecipai, per quanto possibile, alle successive redazioni. Poi mi capitò qualcosa che fece scattare in me la famosa “molla”, così volli scrivere a proposito di una storia di ennesimi pregiudizi che mi era realmente accaduta.
continua
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