Abbiamo deciso di pubblicare questo bel racconto dell'inviatoinmotociclo che stava nel nostro cassetto da un po'.
LA REDAZIONE DE L'URLO
* * *
Ma poi la notte del 31 dello stesso mese
mio padre si addormentò per sempre. Quel mattino del 1’ agosto del 1969 non
solo non lo ho mai dimenticato: quel bambino ‘IO’ fu svegliato tardi, meglio
lasciare che dorma, dicevano, una vicina mi prese in braccio. La casa era di
nuovo piena di gente, ma era piena di parenti e mio padre era lì sul letto con
il vestito migliore, tutto era già accaduto, solo gli urli e la disperazione di
mia mamma coprivano le voci dei parenti e vicini. Mi portarono via, a casa di
un compagno di lavoro di mio padre. Credo che quel giorno si sia aperta una
ferita che ancora oggi cerco di curare , non immaginavo di certo quello che ci
aspettava, mia madre aveva 34 anni un bambino di 5 anni e una sorellina di 12.
Lei, mia mamma, aveva visto il mare una volta sola nella sua vita quando aveva
26 anni, me lo diceva sempre; quanti ne sarebbero passati prima di rivedere il
mare e quanti sacrifici la aspettavano: una cosa ricordo bene di lei per 10
anni non si comprò un paio di calze per far si che noi, una volta alla
settimana, potessimo mangiare una bistecchina. Poi cominciò la scuola, i miei
voti erano tra i più alti, la media era del 10 con lode, ho rivisto i quaderni
anni dopo, ma in terza elementare risolto un problema di matematica la maestra
ci disse di fare una cornicetta, io la feci tutta attorno, non era un caso, era
solo creatività, oggi ne sono sicuro, ma la maestra mi prese per un orecchio e
mi portò per le classi a svergognarmi di fronte a tutta la scuola, io non lo
raccontai a casa, mi vergognavo, la mamma lo seppe solo due settimane più
tardi. Essere figlio di un Comunista a quel tempo implicava punizioni
inesistenti, è anche vero che se ci fosse stato mio padre avrebbe preso la
maestra legandola come una "bandiera" alla lambretta e si sarebbe
fatta il giro dei Comuni locali.
Erano i miei Genitori.
[fine]
l'inviatoinmotociclo
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