sabato 28 ottobre 2017

LAVORO O... SURROGATI - prima parte



DUMBO ormai si è specializzato nello scrivere racconti di vita vissuta che sono divertenti e, contemporaneamente, fanno riflettere! Questo è l'ennesimo esempio del suo talento.
Buona lettura!

LA REDAZIONE DE l'URLO 
 
* * *


Ma l'impresa
eccezionale
dammi retta
è essere normale
L. DALLA


Tempi durissimi, di recessione infinita e di difficoltà di ogni genere: problemi di integrazione, terrorismo e svilimento di quell'attività umana chiamata "lavoro" che, in passato, era perfino ben retribuita mentre oggi, per usare un eufemismo, è resa creativa. Forse sono cose risapute e dette migliaia di volte ma occorre tenerle sempre a mente.
In un clima di difficoltà di questo tipo qualche settimana fa arriva una telefonata sul fisso in cui una voce femminile molto giovane mi chiedeva se conoscevo qualcuno in cerca di lavoro, alla mia risposta affermativa mi viene detto di presentarmi presso una ditta, di cui non ricordo il nome, in una via di Bologna ben conosciuta, portando un curriculum.
Non avendo altri impegni decido di andare dove mi indicano, immaginando la solita fregatura e perdita di tempo non rertibuita, ma tant'è, mala tempora currunt! All'indirizzo che mi hanno dato c'è un casolare di campagna ristrutturato con una ventina e passa di persone, mediamente molto giovani, penso tutte lì per il medesimo motivo. La reception è al secondo piano, lì c'è un grande bancone (pare quasi quello di un DJ) con tre ragazze che si occupano di lavori segretariali che mi porgono un modulo da compilare con i miei dati. Mi viene detto di attendere una chiamata, che arriva poco dopo. La caratteristica che mi resta subito impressa è la musica a palla, al limite del sopportabile, un genere latino-americano che tanto va di moda ora e che io detesto. Una volta chiamato vengo convocato in un ufficio con una esaminatrice, anch'essa giovane e carina che mi spiega o, meglio, non mi spiega di cosa si tratta. Il colloquio dura in tutto 10 min in cui mi viene detto che è volutamente breve perché verrà chiarito tutto nel secondo step che verrà fatto in seguito, a cui potrò essere ammesso oppure no, ma questo mi verrà comunicato a brevissimo. Mi viene detto che devono fare cosi perche occorre fare selezione in quanto sia il periodo di prova che il lavoro vero e proprio verranno retribuiti, affermazione che una quindicina di anni fa era scontata ma che oggi sa di fantascienza. In particolare si fa leva sul fisso di 1200 per l'attività regolare e di € 300 per i 3 giorni di prova.
Come non dare disponibilità a queste condizioni?
La sera stessa (era venerdì) mi arriva una chiamata in cui si dice che avevo superato il primo step e che il secondo, con annesse spiegazioni, era fissato per il giorno dopo (sabato) alle 13,30.
E già lì scatta un campanellino di allarme per la fretta un po' strana, ma va beh...


fine prima parte

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