Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un numero de l'urlo che raccontava cosa rappresentasse per ciascun redattore la redazione de l'urlo. Questo bellissimo articolo di Padre Felice arriva
un po' in ritardo rispetto a quel numero del giornale, ma esprime e
trasmette in modo molto efficace lo spirito della redazione.
Lo pubblichiamo molto volentieri e ringraziamo Padre Felice per averlo voluto condividere con noi!
Questa è la terza ed ultima parte di questo articolo.
Questa è la terza ed ultima parte di questo articolo.
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Lo proposi a E.,
incontrato per caso un giorno al Ser.T.: “Ho scritto una cosa abbastanza forte,
potrebbe andar bene per l'Urlo... vorrei che mi dessi un parere” e gli porsi il
notes. Lui, dopo averlo letto non senza difficoltà a causa della mia
calligrafia mi disse: ”Si, molto bello, naturalmente dovrai chiedere il
consenso per la pubblicazione alla tua compagna, visto che siete tu e lei i
protagonisti. Poi ti chiederei una cortesia: potresti riscriverlo su di un
foglio in stampatello?”
Fu così che (chi
l'avrebbe mai pensato?) la mia storia finì sull'Urlo, io realizzai un sogno (io
che scrivo per l'Urlo? Ma che c@&%o vai dicendo!?) e da allora ho potuto
riversare i miei pensieri e le mie riflessioni su quel foglio, cercando e
credendo che le mie parole potessero essere utili e possibilmente di conforto a
chi le leggeva.
E ora, anche se ho capito
che per un vero cambiamento oltre al pensiero e alla parola scritta, deve
seguire un azione, un fatto che possa aiutare a perseguire quel pensiero e
quella parola, ho comunque cominciato a considerare il vero tesoro di
quest'esperienza: il rapporto con gli altri redattori, e so che parecchi di
loro la pensano come me.
Con alcuni la conoscenza
si è approfondita, diventando amicizia, ed è questo il sentimento che ci
accompagna nelle lunghe notti di redazioni infinite, a scaldarci e dibattere
delle nostre idee.
Padre Felice
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