domenica 2 aprile 2017

LA QUESTIONE (terza puntata)

Questo racconto collettivo intitolato "La questione" lo abbiamo scritto per partecipare a "TUTTI", un'iniziativa della Biennale di prossimità, che si terrà a Bologna il dal 15 al 18 giugno, e che ha come scopo quello di raccogliere racconti dal sociale. Ci è piaciuto molto scriverlo e ci fa piacere condividerlo con i nostri lettori.

 LA REDAZIONE DE L'URLO

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Ogni tanto, ripensando alla mia malavita, quando la questione era una questione quotidiana, mi risuona questa frase in testa: "mai dire mai", ancora oggi che sono passati quasi diciannove anni non ho la certezza di aver chiuso, ma poi mi chiedo se un ritorno di fiamma migliorerebbe la mia vita, se sarebbe possibile rivivere quei bei momenti vissuti tanti anni fa. Allora io ero molto giovane e non ero consapevole dei rischi che avrei corso, infatti, di alcune cose pago, e pagherò, le conseguenze, questo perché allora non eravamo molto informati ed io in quello che facevo ci vedevo solo cose belle. Così, quando ho chiuso, l'ho fatto senza esserne del tutto convinto, avevo bisogno di una tregua e non volevo più fare quella vita in cui i giorni si ripetevano identici e il loro sapore era solo amaro. Volevo altro dalla vita e non mi costava niente provare, forse non avrei "svoltato" e trovato il paradiso ma perché non provarci? Quello che vorrei farvi capire è che risolvendo la questione, una persona non supera d'un colpo i suoi problemi, e nemmeno pensa di aver capito tutto, pensa solo che quella sia una possibilità per sé, una possibilità da non perdere. Dovete tenere conto che più si diventa grandi e più la parola "possibilità" diventa un termine difficile da pensare e quasi impossibile da pronunciare ad alta voce, quando lo faccio quasi mi viene da arrossire, parlo di "possibilità" è quasi mi viene da ridere per quanto mi sento sciocco. Le possibilità le avevo quando ero piccolo: eravamo io, Paolo, Alex e Gianluca e facevamo sfrecciare le nostre macchinine sul selciato del cortile delle vecchie scuole, fingevano di non vedere le grosse nubi nere all'orizzonte, nessuno a quell'età può immaginare di essere promesso sposo delle tenebre, tutto scintilla e riluce quando sei piccolo, ti senti sovrano assoluto del tuo mondo e non pensi minimamente che di li a qualche anno il tuo mondo si sgretolerà a pezzi e che avrai una questione bella grossa da affrontare. Sinceramente io ci ripenso spesso alla mia questione e sono sempre più convinto che forse sia sempre meglio liberarsene in modo definitivo, può capitare che qualcuno trovi una mediazione per continuare il proprio vizio escogitando espedienti per provare piacere senza devastarsi troppo, magari con un certo autocontrollo, ma questo tipo di autoregolazione può essere anche un inganno. Per questo vivo situazioni di tranquillità senza pensare ai momenti negativi che altrimenti mi affliggerebbero, i momenti tranquilli li ritrovo nella mia solitudine, davanti a un camino con in braccio il mio gatto, lì la questione la lascio alle mie spalle e non la voglio cercare, è così confortante stare sdraiati alla luce del fuoco. Assorbo il suo calore e mi allungo per afferrare un libro che avevo letto tempo addietro, e che negli ultimi tempi sembra rincorrermi, si tratta di Siddhartha.

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