Questo
racconto collettivo intitolato "La questione" lo abbiamo scritto per partecipare a "TUTTI", un'iniziativa
della Biennale di prossimità, che si terrà a Bologna il dal 15 al 18 giugno, e
che ha come scopo quello di raccogliere racconti dal sociale. Ci è piaciuto
molto scriverlo e ci fa piacere condividerlo con i nostri lettori.
LA REDAZIONE DE L'URLO
* * *
Ogni
tanto, ripensando alla mia malavita, quando la questione era una questione
quotidiana, mi risuona questa frase in testa: "mai dire mai", ancora
oggi che sono passati quasi diciannove anni non ho la certezza di aver chiuso,
ma poi mi chiedo se un ritorno di fiamma migliorerebbe la mia vita, se sarebbe possibile
rivivere quei bei momenti vissuti tanti anni fa. Allora io ero molto giovane e
non ero consapevole dei rischi che avrei corso, infatti, di alcune cose pago, e
pagherò, le conseguenze, questo perché allora non eravamo molto informati ed io
in quello che facevo ci vedevo solo cose belle. Così, quando ho chiuso, l'ho
fatto senza esserne del tutto convinto, avevo bisogno di una tregua e non
volevo più fare quella vita in cui i giorni si ripetevano identici e il loro
sapore era solo amaro. Volevo altro dalla vita e non mi costava niente provare,
forse non avrei "svoltato" e trovato il paradiso ma perché non
provarci? Quello che vorrei farvi capire è che risolvendo la questione, una
persona non supera d'un colpo i suoi problemi, e nemmeno pensa di aver capito
tutto, pensa solo che quella sia una possibilità per sé, una possibilità da non
perdere. Dovete tenere conto che più si diventa grandi e più la parola
"possibilità" diventa un termine difficile da pensare e quasi
impossibile da pronunciare ad alta voce, quando lo faccio quasi mi viene da
arrossire, parlo di "possibilità" è quasi mi viene da ridere per
quanto mi sento sciocco. Le possibilità le avevo quando ero piccolo: eravamo
io, Paolo, Alex e Gianluca e facevamo sfrecciare le nostre macchinine sul selciato
del cortile delle vecchie scuole, fingevano di non vedere le grosse nubi nere
all'orizzonte, nessuno a quell'età può immaginare di essere promesso sposo
delle tenebre, tutto scintilla e riluce quando sei piccolo, ti senti sovrano
assoluto del tuo mondo e non pensi minimamente che di li a qualche anno il tuo
mondo si sgretolerà a pezzi e che avrai una questione bella grossa da
affrontare. Sinceramente io ci ripenso spesso alla mia questione e sono sempre
più convinto che forse sia sempre meglio liberarsene in modo definitivo, può
capitare che qualcuno trovi una mediazione per continuare il proprio vizio
escogitando espedienti per provare piacere senza devastarsi troppo, magari con
un certo autocontrollo, ma questo tipo di autoregolazione può essere anche un
inganno. Per questo vivo situazioni di tranquillità senza pensare ai momenti
negativi che altrimenti mi affliggerebbero, i momenti tranquilli li ritrovo
nella mia solitudine, davanti a un camino con in braccio il mio gatto, lì la questione
la lascio alle mie spalle e non la voglio cercare, è così confortante stare
sdraiati alla luce del fuoco. Assorbo il suo calore e mi allungo per afferrare
un libro che avevo letto tempo addietro, e che negli ultimi tempi sembra
rincorrermi, si tratta di Siddhartha.
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