mercoledì 19 aprile 2017

LA QUESTIONE (quarta e ultima puntata)

Questo racconto collettivo intitolato "La questione" lo abbiamo scritto per partecipare a "TUTTI", un'iniziativa della Biennale di prossimità, che si terrà a Bologna il dal 15 al 18 giugno, e che ha come scopo quello di raccogliere racconti dal sociale. Ci è piaciuto molto scriverlo e ci fa piacere condividerlo con i nostri lettori.

 LA REDAZIONE DE L'URLO

*  *  *

 
Altre volte allungo le mie serate con alcol e acqua mentre a drenare la mia mente ci pensano internet, TV, immagini, pensieri… talvolta resto prigioniero della notte. Mi piace la notte, vorrei vagare nella notte: oscurità, blu profondo, inconscio, cielo stellato che scorre nei minuti, aspettando l'alba della vita. Per restare lontano dalla questione devo comunque dedicarmi ad altre attività, il tempo trascorso lontano da essa non mi risolve il problema perché comunque penso di avere poco autocontrollo, ma veramente poco. Così, in certi altri momenti, prendo una birra, un foglio ed una penna e mi metto a scrivere: scrivo racconti, articoli su eventi mai accaduti, liste della spesa, frasi apocalittiche, lettere in cui minaccio di suicidarmi, traduzioni dal russo all’italiano dei romanzi di Dostoevskij. Scrivo tutto il giorno fino ad accorgermi che la questione non se n’è andata, ma si è trasformata in qualcos’altro. Non è facile scrivere quando a problemi si sommano altri problemi, spesso non sai dove sbattere la testa, a volte vorresti andare a culo con il mondo, anche solo per quel poco di tempo in cui non pensi a niente, ma in fondo sai benissimo che facendo così non ti stai aiutando. Alla fine quando guardo tutti quei fogli scritti è come se mi guardassi allo specchio, e mi chiedo: “perché non sono riuscito fermarmi prima?”. Questo è il mio dannatissimo problema: so già quello che succederà dopo ma non riesco a impedire che accada. E allora mi chiedo: “E’ solo un problema di mancanza di volontà, oppure c’è un piccolo dettaglio che mi sfugge ogni volta, ed è proprio quel dettaglio che mi tiene sotto scacco? Perché finisco sempre col fare quello che non vorrei fare?". Che domanda! Alla fine dei conti io non ho nient'altro da fare! Faccio quello che non vorrei fare perché così riesco a far passare il tempo perché quando non so che cavolo fare la questione torna ad assillarmi. Cos'altro posso dire? Non saprei come continuare! Forse quello che sto dicendo è un controsenso perché quando uno non sa cosa fare forse (forse!) dovrebbe fare qualcosa che faccia bene a se stesso o agli altri. Ad esempio, quello che certe volte mi ha dato conforto è stato aiutare qualcuno dei gruppi di auto-aiuto che frequentavo, io ho capito che solo donando ad altri quello che ho appreso ho la possibilità di continuare a crescere, perché gli altri hanno fatto lo stesso con me, perché le cose funzionano così: today for today, cioè un giorno alla volta. Io davvero penso che bisogna chiedere aiuto per poter andare avanti giorno per giorno, perché ogni giorno porta problemi nuovi e bisogna affrontarli continuamente senza nascondersi. Perché se non affronti le tue difficoltà rischi di regredire e questo poi ti costringe a ricominciare tutto da capo. Se invece t’impegni giorno per giorno costruisci delle fondamenta che ti permettono di sostenere il peso delle difficoltà quando esse si presenteranno. Io pensavo che a me non sarebbe mai successo di non riuscire a controllarmi eppure a un certo punto si è risvegliato in me un tarlo che mi ha chiesto sempre di più, ed è così che comincia ogni questione.


linviatoinmotociclo, Alma, Gist, Enna, Gian, Orve
Faba, Frag, Ence, Erza, Mipo, Sobo, Lutu


Nessun commento:

Posta un commento