domenica 30 aprile 2017

INTERVISTA AD UN VIDEOGIOCATORE (prima parte)

Tempo fa abbiamo intervistato uno dei nostri redattori che ha una passione molto spiccata per i videogiochi,al punto che questa passione talvolta diventa un problema di non semplice gestione. La versione integrale dell'intervista la trovate nella colonna a destra nel box "La voce de l'urlo".
E' un'intervista interessante perché apre uno spaccato su un mondo gigantesco e molto articolato. Per darvi un'idea del volume di affari dei videogiochi è sufficiente sapere che gli incassi che da qualche anno registra il mondo dei videogiochi supera la somma di quelli di cinema e musica!
Buona lettura.

LA REDAZIONE DE L'URLO


* * *

Quando hai iniziato a giocare?
Ho iniziato a giocare con la Playstation 1, poi con il computer con cui giocavo a Dune 2000 (Un gioco di strategia a turni, N.d.R.).

Che cosa ti attraeva in questo gioco?
La strategia, mi piaceva giocarci, anche se adesso preferisco giocare ad altre cose.

I tuoi amici giocavano insieme a te?
No!

E questo ti dispiaceva?
Sinceramente me ne fregavo e giocavo da solo lo stesso.

Crescendo hai cambiato videogiochi?
Sì sono usciti videogiochi con grafiche molto migliori di Dune 2000, che penso è in due dimensioni.

Quando hai iniziato quanto tempo stavi davanti al computer o davanti la console?
Parecchie ore. Il massimo che ho fatto davanti al computer è stato 48 ore consecutive.

Consecutive?
Sì.

Senza dormire?
Sì!

I personaggi dei videogiochi sono mai entrati nei tuoi sogni?
Per la verità, no. Più che altro ero io che nei miei sogni entravo nei videogiochi. Una volta ho sognato di essere dentro un edificio completamente a pezzi. Salivo verso il secondo piano. Arrivato lì ho sentito come una scossa elettrica o comunque qualcosa che faceva contatto dietro di me, poi ho visto del liquido infiammabile a terra che ha preso fuoco.

E poi il sogno com'è proseguito?
Mi sono lanciato dalla finestra!

Ma l'ambientazione di quale gioco era?
Non lo so di che gioco era sinceramente, ho giocato a molte simulazioni di guerra... non lo so... non ti saprei dire.

Ma dopo che hai giocato per 48 ore coi videogiochi come ti senti?
E' successo parecchio tempo fa... non mi ricordo niente... e forse questo è indicativo!

Ma dopo una sessione lunga di gioco? Cosa provi?
Beh! il fatto di aver giocato mi soddisfa, ma poi mi sento in colpa perché non ho fatto niente per tutta la giornata.

Quando hai cominciato a capire che per te stare attaccato ai videogiochi poteva essere un problema?
Non lo capivo! Poi ho cominciato a fare i conti del tempo perso e col fatto che non riuscivo più a ricordare niente…

lunedì 24 aprile 2017

REGALAMI

Era da molto tempo che non pubblicavamo una poesia.
Ci ha pensato GIST a portarcene una bellissima in redazione, giovedì scorso, che condividiamo con molto piacere in questo blog, e lo facciamo tanto più volentieri in quanto è una poesia che parla dell'importanza dell'amore e degli affetti nei percorsi di recupero delle persone che hanno una dipendenza.
Grazie GIST!

LA REDAZIONE DE L'URLO


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REGALAMI
Non regalarmi gioielli, crociere
non regalarmi sontuosi vestiti
o serate di gala,
non regalarmi corse
ai limiti del mondo!
Regalami un ora in riva al mare,
una conchiglia vuota
che sappia cantare.
Regalami un fiore,
un fiore semplice
che mi assomigli,
raccoglilo lungo una siepe
se calpestato non importa.
Lo curerò con le mie mani
con il soffio caldo del mio cuore.
Regalami una carezza, un abbraccio
e se vuoi guarire il mio cuore
sussurrami piano
una dolce parola d'amore!
GIST           

mercoledì 19 aprile 2017

LA QUESTIONE (quarta e ultima puntata)

Questo racconto collettivo intitolato "La questione" lo abbiamo scritto per partecipare a "TUTTI", un'iniziativa della Biennale di prossimità, che si terrà a Bologna il dal 15 al 18 giugno, e che ha come scopo quello di raccogliere racconti dal sociale. Ci è piaciuto molto scriverlo e ci fa piacere condividerlo con i nostri lettori.

 LA REDAZIONE DE L'URLO

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Altre volte allungo le mie serate con alcol e acqua mentre a drenare la mia mente ci pensano internet, TV, immagini, pensieri… talvolta resto prigioniero della notte. Mi piace la notte, vorrei vagare nella notte: oscurità, blu profondo, inconscio, cielo stellato che scorre nei minuti, aspettando l'alba della vita. Per restare lontano dalla questione devo comunque dedicarmi ad altre attività, il tempo trascorso lontano da essa non mi risolve il problema perché comunque penso di avere poco autocontrollo, ma veramente poco. Così, in certi altri momenti, prendo una birra, un foglio ed una penna e mi metto a scrivere: scrivo racconti, articoli su eventi mai accaduti, liste della spesa, frasi apocalittiche, lettere in cui minaccio di suicidarmi, traduzioni dal russo all’italiano dei romanzi di Dostoevskij. Scrivo tutto il giorno fino ad accorgermi che la questione non se n’è andata, ma si è trasformata in qualcos’altro. Non è facile scrivere quando a problemi si sommano altri problemi, spesso non sai dove sbattere la testa, a volte vorresti andare a culo con il mondo, anche solo per quel poco di tempo in cui non pensi a niente, ma in fondo sai benissimo che facendo così non ti stai aiutando. Alla fine quando guardo tutti quei fogli scritti è come se mi guardassi allo specchio, e mi chiedo: “perché non sono riuscito fermarmi prima?”. Questo è il mio dannatissimo problema: so già quello che succederà dopo ma non riesco a impedire che accada. E allora mi chiedo: “E’ solo un problema di mancanza di volontà, oppure c’è un piccolo dettaglio che mi sfugge ogni volta, ed è proprio quel dettaglio che mi tiene sotto scacco? Perché finisco sempre col fare quello che non vorrei fare?". Che domanda! Alla fine dei conti io non ho nient'altro da fare! Faccio quello che non vorrei fare perché così riesco a far passare il tempo perché quando non so che cavolo fare la questione torna ad assillarmi. Cos'altro posso dire? Non saprei come continuare! Forse quello che sto dicendo è un controsenso perché quando uno non sa cosa fare forse (forse!) dovrebbe fare qualcosa che faccia bene a se stesso o agli altri. Ad esempio, quello che certe volte mi ha dato conforto è stato aiutare qualcuno dei gruppi di auto-aiuto che frequentavo, io ho capito che solo donando ad altri quello che ho appreso ho la possibilità di continuare a crescere, perché gli altri hanno fatto lo stesso con me, perché le cose funzionano così: today for today, cioè un giorno alla volta. Io davvero penso che bisogna chiedere aiuto per poter andare avanti giorno per giorno, perché ogni giorno porta problemi nuovi e bisogna affrontarli continuamente senza nascondersi. Perché se non affronti le tue difficoltà rischi di regredire e questo poi ti costringe a ricominciare tutto da capo. Se invece t’impegni giorno per giorno costruisci delle fondamenta che ti permettono di sostenere il peso delle difficoltà quando esse si presenteranno. Io pensavo che a me non sarebbe mai successo di non riuscire a controllarmi eppure a un certo punto si è risvegliato in me un tarlo che mi ha chiesto sempre di più, ed è così che comincia ogni questione.


linviatoinmotociclo, Alma, Gist, Enna, Gian, Orve
Faba, Frag, Ence, Erza, Mipo, Sobo, Lutu


venerdì 7 aprile 2017

(UN ANNO DI) DIARIO DA ZURIGO (ventiquattresima puntata)



UN ANNO DI "DIARIO DA ZURIGO"!
Esattamente un anno fa pubblicavamo il primo post di "Diario da Zurigo", perché C., un pilastro della nostra redazione, aveva deciso di trasferirsi da quelle parti. Dopo trecentosessantacinque giorni possiamo dire che questo esperimento è riuscito pienamente dato che C. ha continuato a tenerci aggiornati sui suoi progressi in terra svizzera. Noi continueremo a pubblicare con grande piacere il suo diario ma abbiamo deciso che questo bel traguardo dovrà essere festeggiato con un regalo adeguato! Tranquillo C. arriverà fra non molto!

LA REDAZIONE DE L'URLO


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4 Novembre 2016

Oggi è il mio compleanno ed è anche il mio onomastico, S. Carlo Borromeo. Sono 40 gli inverni visti e se mi guardo in dietro li ricordo quasi tutti, tranne il periodo di nebbia persistente che ho incontrato intorno ai 25 anni. Non importa, anzi! Sono grato a quel periodo brutto perché è grazie a quello che ora sono quello che sono. Già! Cosa sono? Se guardo alla carriera o alla fama non sono nessuno, i miei coetanei studiavano per farsi un futuro, io mi facevo le "mele". Ma con questo non voglio giustificare la mia condizione, è un dato di fatto che devo staccarmi da questo ricordo altrimenti potrebbe risucchiarmi di nuovo nel passato. Ora devo guardare avanti con fermezza, devo recuperare il tempo perduto e dimostrare che non è stato vano tutto fa brodo lo potremo valutare solo con il tempo. Oggi mi devo soffermare su quello che ho. Ho una buona salute, una famiglia che mi vuole bene, ho un grande amico che non mi dimentica mai, ho un lavoro che mi fa sentire realizzato, ho sviluppato un coscienza diversa che riesce a vedere il lato positivo delle cose ed ho una grande voglia di vivere tutto questo. Credo che questo è il frutto della fede nella potenzialità della vita. Devo ancora fare un sacco di cose ed ho ancora tutti i giochi aperti, posso scegliere con chi stare, dove vivere dove andare, ed è una condizione la mia di estrema libertà. Ho 40 anni ma vivo con l'entusiasmo di un ventenne. Ho ancora tutto da vivere e dipende tutto da me. Grazie!



20 Novembre 2016

Bello.
In questi giorni ho ricevuto una bella notizia, mia madre ha fatto una visita con mio fratello dallo specialista per la sua malattia, dice che è uscito un farmaco che ferma le crisi epilettiche di cui soffre dalla nascita, ora sta cominciando la terapia. Io sono molto cauto su queste cose ma le voglio comunque scrivere, prego tanto per la loro salute e felicità. Sentire mia madre al telefono piangere di gioia non ha prezzo, ringrazio il Gohonzon tutti i giorni per questo beneficio sono dentro ad un buon periodo che merito di vivere con tutta la gioia disponibile.