CENA D'INVERVO
sabato 29 novembre 2014
sabato 22 novembre 2014
IO DAVANTI A ME: FRA BENE E MALE
Ieri sera in redazione abbiamo
letto questa riflessione di A., le sue parole ci hanno colpito
tantissimo per quanto sono profonde, poetiche e vere. A commento delle
sue considerazioni è nato un vero e proprio dibattito che abbiamo
registrato e che trovate nella sezione "La voce della redazione". Questo
articolo comparirà anche nel prossimo numero de l'urlo che uscirà fra
pochissimo. LA REDAZIONE DE L'URLO
* * *
Quando decidi di fare una cosa se ne presentano altre dieci.
Quando decidi di risolvere dieci cose, se ne presentano altre venti…
La vita è un aumentare di debiti che non salderai mai (che rischi di non saldare mai).
Guarisci una ferita e intanto una zanzara ti punge, schiacci la zanzara, risolvendo il problema a monte, ma intanto ti finisce la scorta d'acqua, così ti ritrovi a vivere una vita, a difendere strenuamente ciò che hai creato o ti è stato regalato, e se molli un po', la frana dell'esistenza ti crolla addosso perché così è la vita, e io ne ho abbastanza, ne ho abbastanza di me, degli altri, del sole che sorge ogni mattina, del sistema della politica, delle religioni, della fede, di ciò che sono, del non rispetto, della vita contorta che c'è e magari mi sono pure creato.
A volte vorrei parlare, ho la voce bassa, non ho voglia di urlare, perché gli altri coprono la mia voce? Cosa c'è di sbagliato in me? Perché non ho resistenza? A cosa serve la resistenza? Alcuni mi dicono che è colpa mia e credo pure io che sia colpa mia, altri mi dicono che non è colpa mia, e credo che non sia colpa mia.
Socializzare (con persone giuste) è un buon modo per redimere le proprie colpe. Ho perso… Sto perdendo me stesso forse vorrei trovarlo negli altri..? A volte mi recupero, come un soldato che salva il suo compagno, forse in questo sta la bontà, dai te stesso agli altri, dai te stesso a te stesso. Forse desideri che gli altri diano un po' di se stessi a te. Ma del resto credo che, così debba essere la vita. Credo che questo debba essere uno dei sensi della vita. Senza pensiero di tornaconto ("di lucro") per nessuno.
La nostra apatia e uno dei peggiori mali. Ogni cosa che fai è importante, questo è importante ricordarlo. Abbiamo bisogno di buoni schemi per imparare. Devi cercare di fare le cose con minuziosità, perché così è bene. La mente ha tanti risvolti, tra un minuto, adesso, domani, tra un'ora. Le persone hanno tanti risvolti. Come sopra, tra un minuto, tra un'ora, domani, ieri, la società è fatta di tante menti separate (perché non la solidarietà non unisce?).
Mi toglie la morte per salvarmi, cerca la morte per risollevare.
Cambiare, variare, accartocciare e vivere.
Ed è spesso sempre uno stropicciamento di ciò che volevi, peggio di una brutta copia, qualcuno vuole qualcosa da noi, c'è chi la vuole per il nostro bene, c'è chi la vuole per il nostro male, qualcuno la vuole per insegnarci, i cattivi e/o la cattiveria ti possono insegnare a soccombere così come ad elevarti. I buoni e/o la bontà possono insegnare a soccombere così come a usare l'intelligenza, scaltrezza… Cosa insegnano le due parti? A che cazzo serve essere intelligenti, benevoli, a cercare l'altruismo se diventi l'esatto contrario di ciò? E se… chi ti sta vicino sottomette le tue qualità e ti circuisce, tu chi sei? Chi volevi essere? Il risultato è caos, preparazione all'odio.
Quando decidi di risolvere dieci cose, se ne presentano altre venti…
La vita è un aumentare di debiti che non salderai mai (che rischi di non saldare mai).
Guarisci una ferita e intanto una zanzara ti punge, schiacci la zanzara, risolvendo il problema a monte, ma intanto ti finisce la scorta d'acqua, così ti ritrovi a vivere una vita, a difendere strenuamente ciò che hai creato o ti è stato regalato, e se molli un po', la frana dell'esistenza ti crolla addosso perché così è la vita, e io ne ho abbastanza, ne ho abbastanza di me, degli altri, del sole che sorge ogni mattina, del sistema della politica, delle religioni, della fede, di ciò che sono, del non rispetto, della vita contorta che c'è e magari mi sono pure creato.
A volte vorrei parlare, ho la voce bassa, non ho voglia di urlare, perché gli altri coprono la mia voce? Cosa c'è di sbagliato in me? Perché non ho resistenza? A cosa serve la resistenza? Alcuni mi dicono che è colpa mia e credo pure io che sia colpa mia, altri mi dicono che non è colpa mia, e credo che non sia colpa mia.
Socializzare (con persone giuste) è un buon modo per redimere le proprie colpe. Ho perso… Sto perdendo me stesso forse vorrei trovarlo negli altri..? A volte mi recupero, come un soldato che salva il suo compagno, forse in questo sta la bontà, dai te stesso agli altri, dai te stesso a te stesso. Forse desideri che gli altri diano un po' di se stessi a te. Ma del resto credo che, così debba essere la vita. Credo che questo debba essere uno dei sensi della vita. Senza pensiero di tornaconto ("di lucro") per nessuno.
La nostra apatia e uno dei peggiori mali. Ogni cosa che fai è importante, questo è importante ricordarlo. Abbiamo bisogno di buoni schemi per imparare. Devi cercare di fare le cose con minuziosità, perché così è bene. La mente ha tanti risvolti, tra un minuto, adesso, domani, tra un'ora. Le persone hanno tanti risvolti. Come sopra, tra un minuto, tra un'ora, domani, ieri, la società è fatta di tante menti separate (perché non la solidarietà non unisce?).
Mi toglie la morte per salvarmi, cerca la morte per risollevare.
Cambiare, variare, accartocciare e vivere.
Ed è spesso sempre uno stropicciamento di ciò che volevi, peggio di una brutta copia, qualcuno vuole qualcosa da noi, c'è chi la vuole per il nostro bene, c'è chi la vuole per il nostro male, qualcuno la vuole per insegnarci, i cattivi e/o la cattiveria ti possono insegnare a soccombere così come ad elevarti. I buoni e/o la bontà possono insegnare a soccombere così come a usare l'intelligenza, scaltrezza… Cosa insegnano le due parti? A che cazzo serve essere intelligenti, benevoli, a cercare l'altruismo se diventi l'esatto contrario di ciò? E se… chi ti sta vicino sottomette le tue qualità e ti circuisce, tu chi sei? Chi volevi essere? Il risultato è caos, preparazione all'odio.
A.M.
domenica 14 settembre 2014
WORLDS

LA REDAZIONE DE L'URLO
* * *
Sere di cui neanche mi ricordo, emozioni alterate e amplificate, spesso mutilate. L'inverno dentro me e, fuori, gli occhi gonfi, midriasi, miosi, tachicardia, scoordinamento motorio, paranoia improvvisa, occhiaie su un volto morto e gelido che, senza parlare, raccontano della sera prima. Nistagmo, labbra livide dal bruxismo, methylenediossimetanfetamina, ketamina, acido lisergico, thc, quietapina e clonazepam. Delorazepam, buprenorfina, diazepam. Sedazione eccessiva o intensa euforia, rilascio anormale di serotonina e, ancora, ho l'odore di quegli anni addosso, di quella camera del mio corpo che riposa con le buste sotto il cuscino e gli spasmi muscolari, pensieri suicidari, ma tutto andava bene, per me era il mio mondo, spesso chiuso in una camera o per le vie del centro. I vicoli, le piazze, le cliniche.
Smisi di guardare la tv presto, la sensazione era orrenda, un mondo felice fatto di grandi talenti che presentano le loro facce al mondo intero, e celano dietro falsi sorrisi la brutalità di una realtà ancora più orrenda, la tristezza del mondo al di fuori del maxi schermo, ma finche sei dentro pare tutto cosi bello. Quiz a premi e giovani illusi di diventare ricchi con la cultura, come se non bastasse la cultura stessa a renderli tali, ma al giorno d'oggi sento ancora quegli odori, e se venissero dal profondo di me? beh... dovrei ingerire litri di profumo per coprirne l'odore nauseabondo, non servirebbe comunque ad aprire il giardino dei ricordi contorti, non vi è una chiave, dovrei costruirla, parlavano spesso di un piccolo fabbro che, una volta che lo riuscì ad aprirlo, si chiuse dentro e venne ucciso dai suoi stessi ricordi, e la chiave fu così persa tra il fango rosso sangue e le microfine infette. Sono cresciuto con gli incubi, di conseguenza morirò sognando?
Smisi di guardare la tv presto, la sensazione era orrenda, un mondo felice fatto di grandi talenti che presentano le loro facce al mondo intero, e celano dietro falsi sorrisi la brutalità di una realtà ancora più orrenda, la tristezza del mondo al di fuori del maxi schermo, ma finche sei dentro pare tutto cosi bello. Quiz a premi e giovani illusi di diventare ricchi con la cultura, come se non bastasse la cultura stessa a renderli tali, ma al giorno d'oggi sento ancora quegli odori, e se venissero dal profondo di me? beh... dovrei ingerire litri di profumo per coprirne l'odore nauseabondo, non servirebbe comunque ad aprire il giardino dei ricordi contorti, non vi è una chiave, dovrei costruirla, parlavano spesso di un piccolo fabbro che, una volta che lo riuscì ad aprirlo, si chiuse dentro e venne ucciso dai suoi stessi ricordi, e la chiave fu così persa tra il fango rosso sangue e le microfine infette. Sono cresciuto con gli incubi, di conseguenza morirò sognando?

Si, ora ricordo, mi narrarono inoltre di un libro chiamato Bibbia, dissero che poteva salvarmi, la chiamano fede, io gli replicai che di favole ne avevo lette e sentite abbastanza, e fui definito uno stolto, pensavo di essere cresciuto, forse mi sbaglio, poiché sono uno stolto o un infedele perché non credo più alle favole. Una sensazione comune credere che l'inferno sia qui e ora come una prova, quasi come un gioco, chi lo lascia perde la posta che sarebbe una vita migliore o, meglio, un posto migliore chiamato paradiso. Oddio ora sono anche incoerente, scusatemi, e, sempre parlando di gioco, mi ci sono messo in gioco mi sono esposto in modo lucido in un altro mondo chiamato amore, era strano, vedevo persone mano nella mano camminare su petali di rose scarlatte , il fruscio del vento sussurrava una frase: "ti amo". Poi all'improvviso su quegli stessi petali ci camminai preso per mano con lei, quel fruscio si insidiò nelle nostre teste, non avevamo bisogno di parlare, ci bastava incrociare gli sguardi per ritrovarci sotto una luna piena dal colore cristallino, delle stelle dal bagliore accecante, fui spaventato dopo un periodo in quel mondo, allora lei mi chiese di parlare e un frastuono assordante uscì dalle mie corde vocali, rendendo lei una salma pallida e orribile. Scappai e tornai alla mia navicella spaziale.
Ritornai sul mio pianeta e iniziai a riempire i polmoni di fumo, il naso di polveri colorate, lo stomaco di liquidi dal sapore amaro. Cristalli di metamfetamina sulla lingua... corsi in quella camera e mi guardai allo specchio, come ero bello! Ero stupendo ai miei occhi, ma gli specchi diventarono occhi, occhi della gente "normale", a me facevano ridere sinceramente, li vedevo schiavi del loro mondo fatto di lavori pesanti, dolori squarcianti, vecchiaia che diventava tristezza che a sua volta diventava depressione, illusione. Fu quella follia a spingermi troppo oltre, non esisteva più differenza tra giorno e notte, stare bene o stare male, normalità e anormalità; fui catturato e chiuso in un mondo chiamato "istituto penale minorile", vi erano sbarre ovunque, porte blindate, feccia della gioventù odierna di diverse etnie, in cui non vi erano regole ma il più forte annientava il più debole, e io ero un debole senza le mie polveri colorate, i polmoni vuoti come il mio stomaco e la mia lingua non aveva più quel sapore di amfetamina, di conseguenza fui annientato e il risveglio dopo la morte fu in un mondo piuttosto bizzarro.
Lo chiamavano "comunità terapeutica", notavo giovani, ragazzi e ragazze, convivere come una famiglia, come se ignorassero che non si sarebbero mai visti né conosciuti nel mondo di fuori, poi vedevo adulti assediare uffici e dettar regole con aria di superiorità intellettuale, poiché avevano con loro dei pezzi di carta con scritte che neanche loro comprendevano, ma erano apparentemente felici. Cercai disperatamente un'uscita di emergenza, volevo tornare nel mio mondo ma non vi erano indicazioni nell'ambiente che mi circondava, chiesi così ai giovani, ma dissero che vi era una porta con la scritta "cambiamento" e una a seguire con la scritta "autodistruzione". Mi spiegarono inoltre che per aprire la porta "cambiamento" bisognava avere diverse chiavi, e queste ultime erano nascoste dentro noi, però mi dissero anche che la porta dell'autodistruzione non necessitava di alcuna chiave ma solo di odio, rancore, frustrazione e trascorsi macabri.

Salvatore
lunedì 25 agosto 2014
IL NUOVO NUMERO DE L'URLO
E' uscito il nuovo numero de l'urlo (il 44)!!!
In questo numero ricchissimo troverete, fra le altre cose, un'intervista ad Eva Robin's de "l'inviato in motociclo", alcune interessanti riflessioni sugli orizzonti che si possono aprire dopo un lungo periodo di sofferenza, alcune considerazioni sulla recente pronuncia della Corte costituzionale riguardo alla legge "Fini-Giovanardi" e, infine, un piccolo pezzo di cabaret.
Buona lettura!
venerdì 4 luglio 2014
Ciao,
vi invitiamo tutte e tutti
alla cena-festa
di "sottosopra" e de "l'urlo",
il 23 di luglio ad Anzola Emilia
in via 25 aprile n.15
dalle ore 20 in poi.
alla cena-festa
di "sottosopra" e de "l'urlo",
il 23 di luglio ad Anzola Emilia
in via 25 aprile n.15
dalle ore 20 in poi.
sabato 28 giugno 2014
SECONDO AVVISO AI NAVIGANTI
Durante la precedente redazione l'inviato in motociclo ci ha suggerito la visione di un film che toccava i temi di cui stavamo discutendo (ascolta l'audio del 20-6-14 nella sezione a destra "La voce della redazione" per ascoltare la discussione nel dettaglio).
Il film si intitola Noi due sconosciuti ed ha per protagonisti Halle Berry e Benicio del Toro (questo è il link della scheda del film). Alla fine, abbiamo deciso di vederlo in redazione giovedì prossimo 3 luglio.
L'avviso riguarda tutti quelli che potrebbero essere interessati a vederlo, non avevamo avvisato in precedenza... ma come diceva Vulvia: "se non lo sapevate, sallo"...
LA REDAZIONE DE L'URLO
P.S.
Ovviamente è previsto ritrovo tassativo in sede alle 20:00 con cena frugale e poi, pop corn, nachos e chinotto a go-go.
Il film si intitola Noi due sconosciuti ed ha per protagonisti Halle Berry e Benicio del Toro (questo è il link della scheda del film). Alla fine, abbiamo deciso di vederlo in redazione giovedì prossimo 3 luglio.
L'avviso riguarda tutti quelli che potrebbero essere interessati a vederlo, non avevamo avvisato in precedenza... ma come diceva Vulvia: "se non lo sapevate, sallo"...
LA REDAZIONE DE L'URLO
P.S.
Ovviamente è previsto ritrovo tassativo in sede alle 20:00 con cena frugale e poi, pop corn, nachos e chinotto a go-go.
martedì 24 giugno 2014
AVVISO AI NAVIGANTI
Una breve indicazione per avvisare chi ci segue che nello spazio "La voce della redazione" abbiamo aggiunto un nuovo file audio. E' la registrazione dell'ultima discussione fatta in redazione.
La redazione de l'urlo
La redazione de l'urlo
venerdì 23 maggio 2014
LA SPERANZA DOPO IL DOLORE
(Ieri sera G. ha voluto leggere in redazione queste sue considerazioni, alla fine la redazione ha deciso che valeva davvero la pena di pubblicarle sul nostro blog)
Nell'incontro con il proprio dolore, la prima reazione sarà quella di fuggire, oppure tentare di lottarvi contro per eliminarlo. Ma non è di alcuna utilità cercare di scappare o dargli battaglia: così facendo si lotta contro se stessi. Solo accettando la sofferenza si può iniziare il processo di purificazione e accedere al cammino della guarigione.
Da' voce al tuo dolore, permettigli di esprimersi, impara a rispettarlo e a farne una fonte di grande ricchezza e conoscenza. Se lo accogli, il dolore si sente accettato e pu finalmente piangere attraverso i tuoi occhi e urlare attraverso la tua bocca, la sua innocenza.
Lascia che le lacrime scorrano a lavare le emozioni, a purificare i ricordi. Come un lungo fiume d'acqua rende fertile la terra, così le lacrime nutrono l'anima.
L'acqua è la vita, alimenta ovunque cade, non una goccia cade inutilmente.
Accudisci il tuo dolore come un figlio, bambino che non sa ancora parlare, ma aspetta di essere capito e si esprime com'è capace. Perdonalo se ti disturba e consolalo quando ti ferisce tenendolo stretto vicino al tuo cuore; lui intuisce di farci male ma, per crescere vuole sentirsi amato nel suo esistere in te.
Davanti al dolore di un altro essere umano si resta in silenziosa reverenza; la sofferenza esige rispetto, non vuole essere giudicata ma accettata: essa è la prima vittima. Se saprai aspettare e continuare a guardare il cielo anche quando nubi oscure sembrano dominarlo... con trepidazione e fiducia... vedrai aprirsi come fiori che si dischiudono al giorno, sempre più ampie macchie di cielo azzurro che annunciano il sereno ed una nuova pace!
Con affetto.
G.
Nell'incontro con il proprio dolore, la prima reazione sarà quella di fuggire, oppure tentare di lottarvi contro per eliminarlo. Ma non è di alcuna utilità cercare di scappare o dargli battaglia: così facendo si lotta contro se stessi. Solo accettando la sofferenza si può iniziare il processo di purificazione e accedere al cammino della guarigione.

Lascia che le lacrime scorrano a lavare le emozioni, a purificare i ricordi. Come un lungo fiume d'acqua rende fertile la terra, così le lacrime nutrono l'anima.
L'acqua è la vita, alimenta ovunque cade, non una goccia cade inutilmente.
Accudisci il tuo dolore come un figlio, bambino che non sa ancora parlare, ma aspetta di essere capito e si esprime com'è capace. Perdonalo se ti disturba e consolalo quando ti ferisce tenendolo stretto vicino al tuo cuore; lui intuisce di farci male ma, per crescere vuole sentirsi amato nel suo esistere in te.
Davanti al dolore di un altro essere umano si resta in silenziosa reverenza; la sofferenza esige rispetto, non vuole essere giudicata ma accettata: essa è la prima vittima. Se saprai aspettare e continuare a guardare il cielo anche quando nubi oscure sembrano dominarlo... con trepidazione e fiducia... vedrai aprirsi come fiori che si dischiudono al giorno, sempre più ampie macchie di cielo azzurro che annunciano il sereno ed una nuova pace!
Con affetto.
G.
domenica 11 maggio 2014
SUPERARE I LIMITI?
Non vi raccontiamo il resto film, nel caso non lo aveste visto, per non rovinarvi il finale e, nell'eventualità non lo aveste visto, ve lo consigliamo vivamente.
Questo film ha suscitato in redazione un piccolo dibattito: è legittimo, e quanto, usare delle sostanze psicotrope per superare i limiti del proprio corpo/mente? E' una domanda intrigante e difficile da risolvere in poche righe o in poche parole!
Ma... complichiamo le cose un altro po': in Le porte della percezione Aldous Huxley, a proposito di una sua sperimentazione con la mescalina, dice a un certo momento: "La mente percepisce in termini di intensità di esistenza, profondità di significato, relazioni entro uno schema. Io vedevo libri ma non mi interessava affatto la loro posizione nello spazio. Ciò che notai, ciò che colpì la mia mente fu il fatto che tutti splendevano di luce viva [...]" (Aldous Huxley, Le porte della percezione, Mondadori, Milano 2011, pp. 15-16).
Questo è un libro di cui abbiamo inziato a discutere in redazione già da un po', e lo stiamo facendo tutt'ora, perché ripropone lo stessa domanda di prima (è legittimo...) in modo più "scientifico". Solo che Huxley non solo pone la domanda, ma da anche una risposta netta è decisa: si, è legittimo superare quei limiti (e non vi diciamo qual è la risposta che da il film, perché anche il film da la sua risposta!).
In redazione, quando abbiamo iniziato ad affrontare il tema, i pareri erano discordanti. Soprattutto molti di noi hanno cambiato posizione più volte durante la discussione, segno che si tratta di un problema davvero difficile da affrontare in modo adeguato. Per questo abbiamo deciso di tenere questo tema come traccia su cui discutere fra di noi per un po'. Ma la cosa non ci basta, vorremmo allargare la discussione il più possibile per cui ci interesserebbe conoscere altri pareri, tanti. Se anche tu che stai leggendo sei incuriosito dal tema, lasciaci qualche tua suggestione o, ancora meglio, scrivici qualche tua considerazione e faccela avere (lurlo.redazione@gmail.com è la nostra casella di posta elettronica). Se fosse possibile vorremo creare una specie di dibattito aperto, magari invitando in redazione chi fosse interessato a sviluppare ancor di più il tema.
Grazie.
LA REDAZIONE DE L'URLO
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