(Ieri sera G. ha voluto leggere in redazione queste sue considerazioni, alla fine la redazione ha deciso che valeva davvero la pena di pubblicarle sul nostro blog)
Nell'incontro con il proprio dolore, la prima reazione sarà quella di fuggire, oppure tentare di lottarvi contro per eliminarlo. Ma non è di alcuna utilità cercare di scappare o dargli battaglia: così facendo si lotta contro se stessi. Solo accettando la sofferenza si può iniziare il processo di purificazione e accedere al cammino della guarigione.
Da' voce al tuo dolore, permettigli di esprimersi, impara a rispettarlo e a farne una fonte di grande ricchezza e conoscenza. Se lo accogli, il dolore si sente accettato e pu finalmente piangere attraverso i tuoi occhi e urlare attraverso la tua bocca, la sua innocenza.
Lascia che le lacrime scorrano a lavare le emozioni, a purificare i ricordi. Come un lungo fiume d'acqua rende fertile la terra, così le lacrime nutrono l'anima.
L'acqua è la vita, alimenta ovunque cade, non una goccia cade inutilmente.
Accudisci il tuo dolore come un figlio, bambino che non sa ancora parlare, ma aspetta di essere capito e si esprime com'è capace. Perdonalo se ti disturba e consolalo quando ti ferisce tenendolo stretto vicino al tuo cuore; lui intuisce di farci male ma, per crescere vuole sentirsi amato nel suo esistere in te.
Davanti al dolore di un altro essere umano si resta in silenziosa reverenza; la sofferenza esige rispetto, non vuole essere giudicata ma accettata: essa è la prima vittima. Se saprai aspettare e continuare a guardare il cielo anche quando nubi oscure sembrano dominarlo... con trepidazione e fiducia... vedrai aprirsi come fiori che si dischiudono al giorno, sempre più ampie macchie di cielo azzurro che annunciano il sereno ed una nuova pace!
Con affetto.
G.
Qualche settimana fa, in redazione, abbiamo visto Limitless, un bellissimo film che racconta di uno scrittore fallito che, dopo una serie di strane vicende, si ritrova in mano un sacchetto di pastiglie che permettono di sfruttare il 100% delle funzioni del cervello. Lui le utilizza e, nel giro di poco, inizia a sfornare pagine meravigliose come fossero noccioline. Ovviamente diventa ricco e famoso ma...
Non vi raccontiamo il resto film, nel caso non lo aveste visto, per non rovinarvi il finale e, nell'eventualità non lo aveste visto, ve lo consigliamo vivamente.
Questo film ha suscitato in redazione un piccolo dibattito: è
legittimo, e
quanto, usare
delle sostanze psicotrope
per superare i
limiti
del
proprio
corpo/mente? E' una domanda intrigante e difficile da risolvere in poche righe o in poche parole!
Ma... complichiamo le cose un altro po': in Le porte della percezione Aldous Huxley, a proposito di una sua sperimentazione con la mescalina, dice a un certo momento: "La mente percepisce in termini di intensità di esistenza, profondità di significato, relazioni entro uno schema. Io vedevo libri ma non mi interessava affatto la loro posizione nello spazio. Ciò che notai, ciò che colpì la mia mente fu il fatto che tutti splendevano di luce viva [...]" (Aldous Huxley, Le porte della percezione, Mondadori, Milano 2011, pp. 15-16).
Questo è un libro di cui abbiamo inziato a discutere in redazione già da un po', e lo stiamo facendo tutt'ora, perché ripropone lo stessa domanda di prima (è legittimo...) in modo più "scientifico". Solo che Huxley non solo pone la domanda, ma da anche una risposta netta è decisa: si, è legittimo superare quei limiti (e non vi diciamo qual è la risposta che da il film, perché anche il film da la sua risposta!).
In redazione, quando abbiamo iniziato ad affrontare il tema, i pareri erano discordanti. Soprattutto molti di noi hanno cambiato posizione più volte durante la discussione, segno che si tratta di un problema davvero difficile da affrontare in modo adeguato. Per questo abbiamo deciso di tenere questo tema come traccia su cui discutere fra di noi per un po'. Ma la cosa non ci basta, vorremmo allargare la discussione il più possibile per cui ci interesserebbe conoscere altri pareri, tanti. Se anche tu che stai leggendo sei incuriosito dal tema, lasciaci qualche tua suggestione o, ancora meglio, scrivici qualche tua considerazione e faccela avere (lurlo.redazione@gmail.com è la nostra casella di posta elettronica). Se fosse possibile vorremo creare una specie di dibattito aperto, magari invitando in redazione chi fosse interessato a sviluppare ancor di più il tema.
Grazie.
LA REDAZIONE DE L'URLO