Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova
rubrica che ci accompagnerà periodicamente nelle nostre attività. Si
tratta di un diario tenuto da C., un redattore de l'urlo che si è
trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue esperienze e le sue
impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.
LA REDAZIONE DE L'URLO
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.
LA REDAZIONE DE L'URLO
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14-15 aprile 2016
Sveglia alle cinque. Recito 20 minuti come tutte le
mattine e faccio una buona colazione. Esco di casa per il lavoro con il pranzo
al sacco. Mi piace organizzarmi la giornata. La mia dieta è composta per lo più
da pasta fatta in vari modi tanto che a lavorare si scherza sui soliti luoghi
comuni: italiano-pasta-pizza-mafia. Il
lavoro comincia a darmi delle piacevoli soddisfazioni. Mi fanno guidare il
muletto e scaricare il camion. Ho perfino fatto un’ora e mezza in più del
solito orario, ore che non vengono retribuite ma che posso trasformare in
ferie. In questo periodo è saggio dimostrare una certa apertura per il lavoro,
questo atteggiamento potrebbe dare un effetto positivo domani, sperando che
mi assumano a tempo indeterminato.
16 aprile 2016
Nuvoloso. Esco di casa appena in tempo per prendere
l’autobus. Di sabato non ci sono i soliti orari. Al lavoro mancano due colleghi
albanesi e siamo solo in quattro a caricare i camion sotto una pioggia
battente. Ho recitato mentalmente per
cinque ore con la profonda convinzione di lavare la mia vita. Alla stazione del
treno ho conosciuto una ragazza italiana, non so ancora il suo nome ma è la
persona che condivide con me il tragitto lavorativo, viene dal canton Ticino e
la chiamerò “Occhi blu”. Di pomeriggio
ho incontrato M. e abbiamo cenato insieme a casa sua, abbiamo mangiato pasta al
pesto poi siamo andati al solito locale senza spendere un soldo. A casa alle
tre.
17 aprile 2016
Domenica uggiosa. Mi sveglio tardi. Alle 11 e faccio
colazione che sostituisce il pranzo e mi viene a trovare F. ed esco con lui per
una passeggiata. Piove, e ci rifugiamo nel ristorante di mio cugino, dove
lavora la sua compagna, torno a casa con una insolita apatia. Leggo La rivoluzione umana che mi ridà la giusta
carica per andare avanti. Quando recito mi lascio andare, affido le mie cose e
ascolto solo la mia voce, recitare è un atto di fede nel momento in cui decidi
di dedicare la tua vita alla vita stessa, tutto questo rafforza il vuoto o la
promessa che ho fatto di diventare felice insieme a tutti gli altri, ed è così
la mia recita diventa come un ruggito di un leone.
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