venerdì 3 giugno 2016

DIARIO DA ZURIGO (settima puntata)



Col post di mercoledì 6 aprile 2016 abbiamo avviato una nuova rubrica che ci accompagnerà periodicamente nelle nostre attività. Si tratta di un diario tenuto da C., un redattore de l'urlo che si è trasferito a Zurigo, che ci racconta le sue esperienze e le sue impressioni vissute in quei posti.
E' un modo per continuare a sentirci vicini, per conoscere meglio quei posti e per condividere con tutti qualcosa di bello.

LA REDAZIONE DE L'URLO

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1 aprile 2016
Giornata nuvolosa, dormo bene ma la sveglia suona troppo presto. L'autobus che mi porta il treno c'è alle 5:50 e arriva Lavoro alle 7:00. Anche oggi andata bene abbiamo piantato circa 20 alberi di medie dimensioni. Stare all’aria aperta porta dei vantaggi, non sei mai a lavorare nello stesso posto, ma in caso di pioggia sei fregato.  Sto facendo conoscenza con un mio collega di nome V., è molto disponibile e mi ha prestato pure una bici per andare dalla stazione del treno fino al lavoro. Alla sera torno stanco ma contento.

3 aprile 2016
Esco di sabato sera con un mio amico di nome M., per andare in discoteca in un locale per ragazzini dove però non si paga per entrare, quindi il giorno dopo rimango a letto fino alle 11. Mi sveglio di buon umore e passo la giornata in compagnia di F. e P., due brave persone. Sono impegnato a coltivare legami con il cuore. E’ una cosa importantissima sia per questa esperienza sia per la mia vita.  In punto di morte rimangono per sempre questi due aspetti, uno stato vitale alto ed i tesori del cuore, oltre a questa consapevolezza.
Tutto il resto è inutile.

4 aprile 2016
Dormo male, mi sveglio presto, credendo che stia piovendo, e invece è una bella giornata. A lavorare tutto bene, sto imparando nuove cose: come si potano gli alberi e come si imbarcano le piante per il trasporto. La ditta dove lavoro ha una storia di 125 anni e spero di dare il mio contributo, anche perché sono grato a questo lavoro tanto amato anche da mio padre. Torno stanco e riesco a farmi una doccia veloce, poi vado al meeting buddista. Si parla della saggezza del Budda: quello che noi oggi non vediamo ci sarà chiaro fra 10 o 20 anni, l’importante è perseverare.

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